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LEGNO, COLPI DURI PER IL SETTORE

LEGNO, COLPI DURI PER IL SETTORE

Sono tanti e coinvolgono migliaia di lavoratori i fronti aperti in tutta Italia nelle aziende del settore del legno. Esuberi e ricorsi alla cassa integrazione si registrano anche in realtà fino ad oggi considerate “intoccabili” come le aziende del trevigiano.
Questa volta sono tre aziende del sud a dover fare i conti con la recessione economica, in situazioni diverse ma accomunate dallo spettro della chiusura. Tirano un (momentaneo) sospiro di sollievo in Irpinia, a Montefredane. L’azienda Novolegno ad agosto aveva annunciato l’attivazione della procedura di mobilità per 63 unità (19 impiegati e 44 operai) su un totale di 142 dipendenti. Solo un impegno unitario di Filca, Feneal e Fillea è riuscito a scongiurare il peggio: “Siamo riusciti a strappare il mantenimento dei livelli occupazionali fino a tutto dicembre 2010 – afferma Mennato Magnolia, operatore della Filca regionale campana –  utilizzando, alla necessità, Cassa integrazione ordinaria a rotazione e con anticipazione, mobilità volontaria per i lavoratori vicini alla pensione ed incentivo ad integrazione della parte del mancato salario dell’indennità di mobilità”. L’assemblea dei lavoratori, svoltasi prima della sottoscrizione dell’accordo, si è espressa favorevolmente all’unanimità. “Un risultato davvero positivo – sottolinea Giovanni D’Ambrosio, segretario generale della Filca Campania – che ha permesso di scongiurare i licenziamenti, almeno fino a tutto il 2010. Ora vigileremo con estrema attenzione sull’applicazione dei contenuti dell’accordo e sull’evolversi della situazione aziendale”.
Situazione più difficile alla ex Nicoletti SpA di Matera, azienda del mobile imbottito, dove è stato siglato l´accordo con il quale è stato dato l´avvio alla mobilità per i dipendenti. L’azienda era stata dichiarata fallita lo scorso 13 luglio. La procedura di mobilità, concordata con le organizzazioni sindacali, è basata sulla non opposizione: i singoli lavoratori, cioè, comunicheranno di non opporsi alla mobilità, per ricollocarsi presso altro datore o per andare in pensione. La procedura, destinata a circa 300 unità, resterà aperta fino al 10 febbraio 2010 e non interferisce con la cassa integrazione attualmente in corso, riguardante la totalità dei dipendenti (circa 400). “Ci auguriamo – auspica Margherita Dell’Otto, segretario regionale della Filca Basilicata – che lo strumento della mobilità consenta la effettiva e duratura ricollocazione nel mondo produttivo del più ampio numero di lavoratori, contribuendo così a limitare gli effetti negativi della pesante crisi industriale che sta colpendo così duramente la provincia di Matera”.
Discorso a parte merita la Bellaria Divani di Ascoli Satriano, nel foggiano. Qui si è determinata una clamorosa spaccatura nel corso di un’assemblea fiume dei lavoratori, chiamati a pronunciarsi sulla Cassa integrazione: 39 lavoratori sui 68 votanti hanno bocciato la proposta dei sindacati, dando di fatto il via libera alla chiusura dello stabilimento. “Una vera doccia fredda – commenta Urbano Falcone, segretario generale della Filca foggiana – alla quale stiamo cercando di rimediare. Oggi (ieri, ndr) abbiamo ricevuto l’attesa convocazione da parte della Provincia, e quindi il 13 ottobre prossimo ci giochiamo le ultime carte. L’obiettivo – precisa Falcone – è quello di applicare la cassa integrazione a 50 degli 80 lavoratori. I restanti 30 lavorerebbero a rotazione”. Un’altra questione delicata è l’anticipo della Cig: accantonata la proposta lanciata dai comuni di Ascoli Satriano, Deliceto e Candela, che si erano detti disponibili ad anticipare 400 euro al mese per i propri residenti (la misura, però, avrebbe tagliato fuori una decina di lavoratori di altre città), sono state chiamate in causa le banche: “Stiamo cercando di applicare in toto il Decreto anticrisi – osserva Falcone – che permetterebbe il totale anticipo della Cig a carico degli istituti di credito”.

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