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PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO DELLA NATUZZI, IERI ADESIONE ALTISSIMA ALLO SCIOPERO

PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO DELLA NATUZZI, IERI ADESIONE ALTISSIMA ALLO SCIOPERO

natuzzi sicoperoOltre mille lavoratori della Natuzzi hanno manifestato ieri davanti alla sede centrale del Gruppo, a Santeramo in Colle (Bari), nel giorno dello sciopero di 4 ore proclamato dai sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil. Altre centinaia di lavoratori, invece, hanno manifestato davanti agli stabilimenti di Laterza (Taranto) e Matera. L’altissima adesione alla mobilitazione è la dimostrazione della grande preoccupazione dei dipendenti sul futuro del Gruppo, fino a pochi anni fa leader mondiale nella produzione di divani e quotato a Wall Street. Lo sciopero è stato proclamato per richiedere all’azienda la rotazione dei dipendenti in Cassa integrazione ed il pagamento dell’anticipo della stessa, dopo il mancato accordo sulla Cig nell’incontro presso il ministero del Lavoro dei giorni scorsi. Nel corso della giornata era stato deciso di proclamare un ulteriore sciopero di otto ore da svolgersi già oggi, ma è stato sospeso all’ultimo momento per l’arrivo della convocazione da parte della Regione Puglia, che ha convocato un incontro con l’assessore al lavoro Caroli per lunedì prossimo. In quell’occasione si terrà un sit-in dei lavoratori a Bari, davanti alla sede regionale. Molto partecipate e tese le assemblee che si sono svolte ieri, con sfumature diverse sulle modalità di intervento per natuzzi bandiera filcaevitare il peggio ma con unica richiesta: salvare la Natuzzi, salvaguardare l’occupazione! Ad un anno esatto dall’accordo che sembrava aver risolto tutte le problematiche, un accordo definito “innovativo” e storico, perché contemplava il rientro in Italia delle lavorazioni effettuate in Romania e la creazione di newco per l’impiego dei lavoratori in esubero, oggi rimangono soltanto tante incertezze sul futuro dei 1.800 dipendenti, in un territorio già devastato dalla crisi. E intanto cresce la polemica tra il patron del Gruppo, Pasquale Natuzzi, ed i sindacati. Il primo è considerato il responsabile della situazione di difficoltà in cui versa il gruppo, soprattutto a causa dei suoi ripetuti cambi di strategia e dell’avvicendamento continuo di management. Oggi, dal canto suo, l’azienda ha distribuito ai lavoratori in sciopero un comunicato durissimo nel quale chiama in causa le organizzazioni sindacali, colpevoli, secondo la Natuzzi, di non essere state disponibili a sottoscrivere le proposte formulate dall’azienda. Un muro contro muro che si alimenta soprattutto grazie alle vicende intorno al costo del lavoro, uno dei motivi del contendere. La prossima settimana potrebbe essere davvero quella decisiva per capire cosa ne sarà della Natuzzi e, soprattutto, dei 1.800 dipendenti.

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