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LATINA, SOFFRE LA CANTIERISTICA NAVALE

LATINA, SOFFRE LA CANTIERISTICA NAVALE

E’ un momento di grave crisi per le aziende pontine della nautica e della cantieristica navale, settore trainante dell’economia locale. Novantotto lavoratori della Rizzardi sono in mobilità da tempo e quarantasette dipendenti dell’Italcraft di Gaeta vi entreranno entro pochi giorni se non si troverà una soluzione immediata. Da tre anni, infatti, gli operai lavorano a turno quindici per volta al mese, gli altri sono in cassa integrazione ormai in scadenza. Alcuni di loro il 2 novembre sono saliti sul tetto della struttura situata sul Lungomare del Caboto a Gaeta e sono scesi solamente dopo lunghe trattative. L’Italcraft, marchio mondiale perla produzione di imbarcazioni e perla diportistica e specializzata nella produzione di gommoni, barche in legno evetroresina e di yacht di lusso dagli undici ai trentotto metri, è in grave difficoltà.
La preoccupazione per la situazione è espressa anche dalle parole del subreggente della Filca Cisl di Latina, Francesco Rossi, che dopo il fallimento dei Cantieri Rizzardi è impegnato ad evitare quello della Italcraft. “La Filca Cisl di Latina – dichiara Rossi -, non lascerà soli i lavoratori e sarà al loro fianco a difesa dei posti di lavoro e per evitare un nuovo fallimento di impresa. L’Italcraft a metà giugno era riuscita a trovare un nuovo acquirente, la Blu Fin Srl, che si era impegnata a rioccupare tutti i lavoratori e a saldare i debiti, ma vi è stato il parere negativo da parte del tribunale. La Blu Fin Srl ha presentato ricorso al Tar e in questi giorni aspettiamo l’esito del verdetto. Dobbiamo trovare una soluzione- continua – perché non ci possono essere nuovi disoccupati in un territorio che ha già pagato un alto dazio per la crisi economica, ma il progetto della nautica a Latina e provincia deve andare avanti”.
I quarantasette dipendenti nei giorni scorsi hanno sfilato in corteo dalla sede dei cantieri navali sino al municipio della città portuale e il sindaco di Gaeta, incontrandoli, ha promesso loro un interessamento diretto presso la Prefettura per organizzare un tavolo per discutere della situazione e trovare soluzioni. “Ad oggi ancora non sappiamo nulla – dichiara Rossi – del piano industriale e se in esso vi sono commesse che possano salvare l’azienda ed i posti di lavoro”. I lavoratori fanno sapere che la loro protesta andrà avanti ad oltranza finché non ci saranno risposte concrete e non saranno chiari gli obiettivi di salvaguardia dell’occupazione e di continuità produttiva. Intanto anche altre aziende adiacenti al porto stanno vivendo una situazione analoga, altri lavoratori che vivono il timore per il loro futuro occupazionale.

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