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ITALCEMENTI E CEMENTIR, LAVORATORI IN APPRENSIONE

ITALCEMENTI E CEMENTIR, LAVORATORI IN APPRENSIONE

Non accennano ad esaurirsi gli effetti della crisi anche nel settore del cemento, che in Italia è storicamente dinamico e costituito da realtà ben consolidate. In due di queste, Italcementi e Cementir, il sindacato è fortemente impegnato per scongiurare la chiusura o un pesante ridimensionamento di diversi stabilimenti: Vibo Valentia, Porto Empedocle (Agrigento), Scafa (Pescara), Trieste e Monselice (Padova) del Gruppo Italcementi e Taranto ed Arquata (Alessandria) per la Cementir. “Ieri si è svolto un vertice sulla situazione dello stabilimento di Scafa – ha detto Riccardo Gentile, segretario nazionale della Filca-Cisl – dopo che Italcementi ne ha dichiarato la chiusura per gennaio 2014. Una decisione sbagliata e che contraddice l’accordo che la stessa Italcementi ha sottoscritto a gennaio scorso, che prevede due anni di Cassa integrazione straordinaria”.
Nello stabilimento pescarese lavorano una settantina di dipendenti, più un centinaio nell’indotto. All’incontro hanno partecipato due rappresentanti politici abruzzesi che ricoprono importanti ruoli nel governo, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, oltre al vicepresidente della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione, che è anche assessore regionale allo Sviluppo economico. “Quest’ultimo – ha riferito Gentile – ha fatto chiarezza sulla cifra versata annualmente da Italcementi per la concessione mineraria nella regione: 75mila euro, un importo che toglie ogni alibi a Italcementi, che tra i motivi della chiusura di Scafa aveva anche tirato in ballo i costi eccessivi della concessione stessa. Quello che non comprendiamo – ha proseguito Gentile – è che Italcementi decida di chiudere Scafa proprio nel momento in cui i lavori per la ricostruzione post-terremoto richiedono quantitativi ingenti di cemento. Perché portarli dall’esterno quando si producono ‘in casa’? L’incontro – sottolinea il segretario nazionale della Filca – è comunque positivo perché abbiamo ottenuto l’impegno del ministro Quagliariello e del sottosegretario Legnini, che hanno garantito che solleciteranno i ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico a riconsiderare il caso del cementificio di Scafa e subito dopo convocheranno i vertici di Italcementi”.
La situazione è ingarbugliata anche perché, in caso di chiusura dello stabilimento, si dovrà chiedere conto a Italcementi della perdita di valore dell’azienda pubblica Sama, in concessione alla stessa Italcementi. In concomitanza con l’incontro romano, a Scafa i lavoratori dello stabilimento hanno scioperato nuovamente, dopo le mobilitazioni delle scorse settimane, ed hanno bloccato la strada statale Tiburtina Valeria. “Martedì prossimo – comunica Gentile – ci sarà un presidio dei lavoratori degli stabilimenti di Scafe e Monselice in occasione dell’incontro al Ministero dello Sviluppo economico per fare il punto sulla situazione dello stabilimento Italcementi di Vibo Valentia. Forse – conclude – non sarebbe sbagliato accorpare le singole vertenze in un’unica trattativa nazionale”.
È stato invece interlocutorio l’incontro di ieri al ministero del Lavoro che aveva all’ordine del giorno la situazione della Cementir, con l’annuncio della messa in mobilità di 144 dipendenti. Il provvedimento, se non sarà evitato, avrà ripercussioni pesantissime sugli stabilimenti di Taranto e Arquata. A breve è previsto un nuovo vertice presso il ministero.

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