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Integrazione e solidarietà, pilastri di una società in trasformazione

Integrazione e solidarietà, pilastri di una società in trasformazione

Trieste

Concluso a Trieste il XIII Congresso: in primo piano i temi della convivenza pacifica
Si è concluso il 17 giugno il XIII Congresso della Filca nazionale, riunito dal 14 giugno a Trieste presso il Centro Congressi nella Stazione Marittima. E proprio la scelta della città di Trieste dimostra una nuova capacità di convivenza pacifica tra etnie e culture differenti. Nel corso del Congresso si sono sviluppati ampi dibattiti arricchiti anche da numerosi ospiti tra cui l’intervento del segretario confederale, Renzo Bellini e del segretario generale Savino Pezzotta. Nella mozione finale viene approvata all’unanimità la relazione introduttiva del segretario generale Domenico Pesenti, svolta a nome della segreteria. Molteplici le tematiche affrontate durante il Congresso: partecipazione, mercato del lavoro, salute e sicurezza, nuovo modello contrattuale, sviluppo del Mezzogiorno, politiche per la casa, welfare integrativo, figura del socio, immigrati, Europa. Pareri, orientamenti che fungeranno da guida all’operato della organizzazione per il prossimo quadriennio e che saranno perciò il progetto di riferimento del gruppo dirigente della Filca. Priorità indiscussa è che la Filca operi per garantire ai suoi soci un lavoro sicuro e regolare per assicurare un’esistenza dignitosa a tutti i lavoratori e alle loro famiglie. Viene altresì auspicata la crescita e diffusione della cultura della partecipazione attraverso le modalità della bilateralità e della pariteticità per dare tutele e risposte ai lavoratori, garantendo la gestione contrattuale e l’elevazione dei diritti collettivi. Una partecipazione diretta, quindi, alla gestione del mercato del lavoro, con l’intervento nella formazione dei lavoratori, nella loro collocazione all’interno del mercato, supportandoli con strumenti di formazione e sostegno al reddito nella fase di non lavoro per progettarne poi la ricollocazione. Sperimentare questo sistema di gestione nel mercato del lavoro iniziando dall’edilizia per poi attuarlo in tutti i settori in cui la Filca è presente, battersi perché sia a livello contrattuale sia legislativo, si stabiliscano i supporti necessari. Un obiettivo primario, quindi, quello di sviluppare e garantire l’occupabilità, un lavoro sicuro e regolare. Regolarità e sicurezza per le quali la Filca si è sempre battuta, già dal 1996, attraverso il Durc, il documento unico di regolarità contributiva che oggi, divenuto legge, si applica tanto ai lavori pubblici che a quelli privati nel settore edile. E’ chiaro che c’è ancora molto da fare, altri obiettivi da raggiungere: l’omogeneizzazione contributiva tra le varie forme di lavoro, la realizzazione della patente a punti, la congruità, la sperimentazione della somministrazione di lavoro, la qualificazione delle imprese con la revisione dell’impianto di certificazione e della normativa sugli appalti pubblici, l’estensione ed il consolidamento dell’esperienza dei rappresentanti territoriali per la sicurezza. Si avverte la necessità di arrivare ad un nuovo modello contrattuale, basato sulle filiere produttive, dove ogni lavoratore possa beneficiare di due livelli di contrattazione. Affinché questo nuovo modello recuperi capacità e potere contrattuale, deve evolversi in senso partecipativo, così come avviene oggi per l’edilizia, e farne un modello di riferimento per ciò che concerne il mondo delle piccole imprese. Sperimentare anche nuove forme partecipative in grandi aziende e nei gruppi e attivare forme di contrattazione territoriale e di bilateralità nei distretti industriali e aree sistema. Anche la salvaguardia del settore manifatturiero, oggi in crisi profonda, è un’ altra priorità che si dà la Filca e ciò deve avvenire attraverso interventi a livello contrattuale e con politiche industriali che favoriscano la ricerca e la formazione, l’innovazione dei prodotti, il maggior dimensionamento delle imprese e la loro aggregazione. Deve essere inoltre attivata una politica affinché avvenga, in maniera definitiva, lo sviluppo del Mezzogiorno, con la necessità di aumentare il livello degli investimenti in edilizia, in special modo nell’edilizia pubblica e nelle infrastrutture per colmare il divario attuale tra Italia ed Europa e tra il nord ed il sud del nostro Paese. Grande rilievo è stato dato anche al welfare integrativo del quale ci si dovrà occupare con la nuova contrattazione, con il rilancio delle modalità che tutelano il lavoratore anche al di fuori dell’azienda e della propria esperienza lavorativa, facilitando le adesioni ai fondi per la previdenza integrativa e per le prestazioni sanitarie integrative. E’ stata anche sottolineata la necessità, per l’artigianato, di unificare la titolarità contrattuale con le modalità di gestione della bilateralità, arrivando a prevedere la possibilità di garantire rappresentanza e proselitismo, e la Filca, forte dell’esperienza maturata in edilizia a riguardo, si è dichiarata disponibile a guidare l’associazione dell’artigianato. Per ciò che riguarda l’Europa, è stato positivo il giudizio sul processo dell’integrazione europea, il suo allargamento e la Costituzione affinché si arrivi ad un’unità sempre più reale e sociale; è stato riconosciuto che l’Euro rappresenta uno “scudo” per i Paesi europei più deboli oltre ad essere una moneta che può veicolare politiche di pace. Il processo di globalizzazione viene inteso come una realtà ambivalente: produce rischi ma cela anche grandi opportunità. Questo processo deve essere guidato verso nuovi orizzonti di integrazione e inclusione perché in ogni paese vi sia la combinazione tra benessere economico e sviluppo, libertà politica e democrazia, coesione sociale. Un sindacato internazionale quindi che sia promotore della globalizzazione dei diritti, delle tutele e delle libertà sia a livello europeo che internazionale. Aderire alla Filca, quindi, è lo strumento migliore che i lavoratori delle costruzioni, del legno e dei materiali da costruzione, hanno a disposizione per tutelare i propri interessi e per partecipare, contemporaneamente alla costruzione di una società più giusta e di un mondo migliore. Rafforzare l’associazione nei suoi livelli, con particolare riferimento all’articolazione regionale, che va diffusa, nei suoi numeri, nelle sue proposte, nella sua capacità d’azione e di presenza, è quindi dovere fondamentale di ogni dirigente, di ogni militante e di ogni iscritto. Si devono predisporre quindi tutti quegli strumenti che possono garantire un rafforzamento organizzativo, ricorrendo anche a modalità che facilitino l’adesione e la permanenza nell’organizzazione, compreso il modello di delega nazionale, e/o regionale. Il socio, secondo la Filca è il vero titolare del sindacato ed è chiamato a decidere sulle politiche e le strategie dell’organizzazione, anche in materia contrattuale. Si devono perseguire tutte quelle iniziative che possono mettere il socio sempre più al centro della vita associativa a partire dalla formazione e informazione. Per raggiungere questo obiettivo va resa stabile e strutturale la scuola di formazione sindacale permanente della Filca, con una diffusione sempre più capillare e, bisogna rendere sempre più diffusa e tempestiva l’informazione. Infine devono essere individuate nuove forme, anche di mutualizzazione, che rendano più facile la partecipazione degli iscritti alla vita associativa in relazione alla difficoltà di usufruire dei permessi sindacali, data la piccola dimensione delle aziende. Inoltre ritiene che per presidiare al meglio i luoghi di lavoro è indispensabile essere presenti tra le rsu ed avere anche forme di rappresentanza diretta quali le s.a.s ecc.. La Filca apprezza tutti gli sforzi compiuti dai soci che oggi, per vari motivi, faticano molto a trovare spazi adeguati di rappresentanza ed auspica l’ideazione anche di nuove modalità e forme di partecipazione perché i giovani, le donne, e gli immigrati, siano maggiormente presenti, in quanto ricchezza fondamentale e risorsa innovativa per l’organizzazione stessa. Solo con l’unità e con la coesione dell’organizzazione si può rendere la Filca ancora più forte, cogliendo così l’opportunità di valorizzare le migliori esperienze sindacali, contrattuali e territoriali. Una F
ilca forte e coesa può contribuire al rafforzamento della Cisl e al suo cammino sulla strada della nuova unità interna valorizzando al contempo, a tutti i livelli, pratiche, metodi contrattuali, uomini e persone della Filca. Una Filca che continui sulla strada dell’autonomia, e di un’azione sindacale basata sulla centralità della persona e agire perché il lavoro divenga strumento di emancipazione e promozione dell’uomo e dei suoi valori, a qualsiasi latitudine e longitudine, e che sia la garanzia per continuare a costruire spazi di democrazia, libertà e partecipazione per i lavoratori all’interno della società.
congresso

 

 

 

 

 

 

Claudio Sottile

Una questione di drammatica attualità che ha trovato spazio nel dibattito congressuale
Sicurezza sul lavoro, iniziative a tutto campo degli edili Cisl
Rlst, professionista full time sul fronte della prevenzione Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst) è una figura altamente specializzata che si occupa di salute e sicurezza, opera a tempo pieno, non dipende da nessuna azienda e, quindi, non è condizionabile. E’ prevista, inoltre, nel decreto legislativo 626/94, all’art. 18 e poi recepita nel contratto collettivo nazionale del lavoro del 2000. La Filca Cisl ha individuato nel Rlst una figura fondamentale per la sicurezza dei lavoratori edili ed ha sempre privilegiato questa scelta alla luce dell’estrema frammentazione del settore in tutto il territorio e della breve vita del cantiere, da cui dipende, di conseguenza, anche la durata dell’attività svolta dal lavoratore nel medesimo cantiere. Del ruolo del Rlst si è largamente discusso nel corso del XIII Congresso, da cui è partito il messaggio per un incremento consistente della sua presenza, oggi circoscritta soltanto al 30% delle realtà provinciali. Su questo terreno si registrano le impressioni di due delegati Filca Cisl, che ricoprono il ruolo di Rlst, circa il dibattito sul tema sicurezza sviluppato nel Congresso appena concluso. “L’impressione che ho avuto – afferma Mauro Cafarchio, Rlst Filca della Sardegna – è sicuramente positiva, sui molti argomenti trattati. E’ stato tracciato in maniera definitiva il ruolo del responsabile alla sicurezza territoriale, valorizzando ancora di più questa figura molto importante, per una maggior presa di coscienza sul versante della sicurezza, in un settore come quello edile che conta, in media ogni anno, circa 300 morti e dove è molto alta la percentuale di infortuni. La figura del Rlst deve essere intesa a tempo pieno è la proposta di Cafarchio – ed esclusivamente dedicata al tema della salute e sicurezza e non al proselitismo. C’è molta confusione, riguardo questa figura, nella parte imprenditoriale, che molte volte ci scambia per dipendenti della Asl. Si deve innanzitutto chiarire, quindi, e poi affermare il ruolo dei Rlst come attori di un processo molto particolare sul versante della sicurezza: il rappresentante alla sicurezza territoriale non è un tecnico della sicurezza, bensì un sindacalista che rappresenta i lavoratori su questo fronte”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fiorenzo Colturi, Rlst di Sondrio, che si dice soddisfatto della valorizzazione che la Filca vuole dare sempre di più a questa figura fondamentale per ciò che concerne la prevenzione dei rischi nei cantieri. “Questo congresso nota Colturi – ha, senza dubbio, contribuito a chiarire molte cose e a far compiere passi avanti sul nostro ruolo, attuale e futuro. E’ chiaro – aggiunge il sindacalista Filca – che la richiesta della nostra Federazione sulla qualifica all’origine dell’impresa e la “patente a punti” sarà di grande aiuto anche per il tema della sicurezza. Infatti verranno richiesti ad un’impresa che si costituisce, una serie di requisiti minimi ( formazione, professionalità, ecc..) affinché possa avere il diritto di operare. Quello che dovremo fare è anche la verifica sulla formazione, poiché nella maggior parte dei casi quella impartita da società private non viene svolta come dovrebbe. La figura del Rlst è una figura abbastanza recente e va sicuramente rafforzata ed incrementata per far sì che nei nostri cantieri si riducano drasticamente morti ed infortuni”.

Claudio Sottile

Cantieri senza rischio, le proposte della Filca
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale Il sindacato delle Costruzioni della Cisl ha proposto al Governo la diffusione capillare in tutte le province dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst), indicando un rapporto fra numero di cantieri aperti sul territorio, lavoratori impiegati e Rlst, in maniera che vi sia un’effettiva presenza di questi ultimi in tutti i luoghi di lavoro. “Patente” per le imprese La Filca chiede che sia finalmente indicata una soglia minima di criteri, riguardanti in particolare la sicurezza sul lavoro, che l’impresa edile deve garantire per poter avviare la propria attività. Meglio se una “patente a punti” revocabile rispetto alle sanzioni riscontrate. Libretto formativo della sicurezza La proposta mira a prevedere una certificazione per i lavoratori che hanno frequentato momenti di formazione sulla sicurezza, già indicati dal contratto. Questa formazione e/o informazione va ripetuta periodicamente (ad esempio, ogni due anni) e deve diventare un requisito indispensabile per poter accedere al lavoro in cantiere. L’impresa edile, che ha in deposito il libretto di lavoro, deve anche munirsi del “libretto formativo della Sicurezza”, di cui è titolare il lavoratore. Premi per le imprese La Filca, infine, ha proposto la predisposizione di forme premiali a carattere contrattuale o normativo per le imprese che applicano la normativa sulla sicurezza e partecipano alle attività degli Enti Paritetici sul versante della regolarità contributiva e della sicurezza (informazione e formazione dei lavoratori, dei Rls e Rlst).

C.S.

Lazio, oggi sciopero in edilizia contro le morti bianche e il lavoro nero
Roma capitale delle morti bianche nei primi sei mesi del 2005. La capitale è la città d’Italia con il più alto tasso di incidenti mortali, sette. Per ricordare i sette morti romani e i due di Latina del 2005 e gli altri ventisette in due ani ( 2003 e 2004), il segretario generale della Filca Cisl del Lazio, Paolo Ivano Cuccello, insieme ai segretari generali della Fillea Cgil di Roma e del Lazio, Sandro Grugnetti e della Feneal Uil di Roma e del Lazio, Francesco Sannino, hanno proclamato uno sciopero di otto ore per oggi, 28 giugno, per protestare contro quello che è diventato un bollettino di guerra per l’elevato numero di infortuni mortali. “Il Lazio è la terza regione per numero di infortuni nel settore delle costruzioni in Italia nel 2005, dopo Lombardia e Toscana. Nella triste classifica dei decessi a livello nazionale ci sono stati sedici infortuni mortali, undici in Toscana e nove nel Lazio – afferma Paolo Cuccello – e trentasei decessi negli ultimi trenta mesi, di cui otto lavoratori stranieri: sei di nazionalità rumena e due operai polacchi”. Lo sciopero è esteso a tutti i cantieri del Lazio e le tre segreterie dei sindacati edili congiuntamente hanno ritenuto di mobilitare i lavoratori dell’edilizia per alzare la protesta contro quello che è diventato un allucinante bollettino di guerra per l’elevatissimo numero di infortuni, purtroppo mortali in numerose occasioni. Rincara la dose il segretario generale della Filca Cisl di Roma Stefano Macale: “La drammatica statistica delle cifre infortunistiche porta la capitale al più alto numero di decessi, ben sette contro i cinque di Milano, seconda città italiana per numero di operai morti per incidenti nel settore edile. Roma capitale delle morti bianche, un primato poco invidiabile che deve far riflettere, anzi, il tempo delle riflessioni è finito. E’ il tempo di agire per evitare che vi siano altre vittime”. Nel corso della conferenza stampai tre segretari generali del Lazio hanno chiesto l’applicazione e il rispetto delle leggi sulla sicurezza, la trasparenza e la responsabilità negli appalti pubblici e privati, il coordinamento dell’articolo 27 della legge 626 e il potenziamento delle Asl che operano sul territorio, l’esclusione dagli appalti pubblici delle imprese irregolari, il rispetto del contratto nazionale di categoria e l’applicazione da parte del Governo dell’avviso comune sottoscritto dalle parti sociali e nazionali. “I lavoratori dell’edilizia – dichiara ancora Cuccello – richiedono più controlli sui posti di lavoro da parte delle autorità preposte per debellare il lavoro nero e per evitare altri nomi da aggiungere in futuri presidi al Colosseo. Il sindacato è da sempre impegnato a fronteggiare la lotta al sommerso e al lavoro irregolare, ma rimane centrale il compito delle strutture istituzionali che devono garantire la protezione degli operai sui cantieri e una cultura della sicurezza”. Lo sciopero di oggi, infine, oltre alla mobilitazione in tutti i cantieri, prevede un presidio nel corso del quale verranno letti i nomi di tutti i lavoratori morti nei cantieri edili negli ultimi tre anni e una fiaccolata al Colosseo, dalle 17 alle 21. In programma anche un “recital” di Chiara Conti e Michelangelo Imperiale dedicato alle morti bianche in edilizia.

Amedeo Ciotti

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