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“IN PIAZZA PER COSTRUIRE IL FUTURO”, IN 500 DAL VENETO

“IN PIAZZA PER COSTRUIRE IL FUTURO”, IN 500 DAL VENETO

Più di 500 lavoratori e lavoratrici del Veneto sabato 3 marzo a Roma per costruire il futuro. Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil del Veneto aderiscono alla manifestazione nazionale “In piazza per costruire il futuro”, in programma sabato 3 marzo nella capitale. Dieci i pullman in partenza dalle città del Veneto, senza contare chi raggiungerà la capitale in treno o con mezzi propri. Gli addetti dell’edilizia, dell’industria del legno, del cemento, dei laterizi, del marmo e della pietra della regione aderis cono in maniera massiccia alla mobilitazione nazionale nel corso della quale interverranno anche i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti

In occasione della mobilitazione le tre sigle presenteranno una piattaforma nella quale si denuncia l’assenza di provvedimenti adeguati a contrastare la crisi nel settore delle costruzioni, che in Veneto tra il 2008 e il primo semestre del 2011 ha perso più di 10 mila addetti (10.498), con un calo del 5,8%. Un licenziamento su tre, in Veneto, ha riguardato un lavoratore o una lavoratrice del settore delle costruzioni. Nel periodo 2008-primo semestre 2011, si sono persi oltre 8 posti di lavoro al giorno, un dato sul quale riflettere, se si pensa che nel triennio 2004-2006, ultima fase di espansione, il settore aveva creato mediamente 18 posti di lavoro al giorno. Nel settore dell’edilizia i dati dell’Agenzia Veneto Lavoro indicano che dal 2008 al 2011 sono state autorizzate quasi 19 milioni di ore di cassa inte grazione ordinaria (18.688.546), più di tre milioni di ore di Cassa integrazione straordinaria (3.211.756) e oltre un milione di ore di Cassa integrazione in deroga (1.195.050).

 “Il settore, in Veneto – affermano i segretari generali Salvatore Federico (Filca Cisl), Valerio Franceschini (Feneal Uil) e Leonardo Zucchini (Fillea Cgil) – rappresenta il 15% dell’intero Pil regionale: impegnarsi per rilanciare il comparto è di vitale importanza per tutta l’economia della nostra regione”.

A Roma si elencheranno una serie di proposte utili per la filiera (non solo edilizia, ma anche legno/arredamento, cemento, lapidei e laterizi), proposte che si inseriscono nell’azione già portata avanti da Cgil, Cisl e Uil. Si va dall’equità e giustizia sociale, con la richiesta di revisione delle normative su pensioni di anzianità e in materia di lavori pesanti e usuranti e di garanzia dell’effettiva esigibilità della previdenza integrativa anche rendendone più favorevole il trattamento fiscale, all’estensio ne delle tutele ai lavoratori dell’edilizia, fortemente penalizzati, parificando i costi degli ammortizzatori con gli altri settori industriali.

Altro tema fondamentale è quello della regolarità e della legalità. Le organizzazioni sindacali chiedono la rigida applicazione delle procedure di contrasto dell’infiltrazione criminale nel settore a partire dalle grandi opere e il superamento della prassi di affidamento dei lavori attraverso gli appalti al massimo ribasso, ma anche l’obbligo di adozione del Durc per congruità anche per i lavori privati, l’attuazione della Patente a punti, lotta al ricorso al lavoro autonomo con la parificazione della contribuzione con quello dipendente e l’ inasprimento delle sanzioni contro il caporalato con norme sull’immigrazione che superino l’attuale normativa.

Chiare le idee sui bisogni del Paese in questa delicatissima fase: rendere immediatamente disponibili i fondi stanziati con le delibera Cipe dello scorso 6 dicembre, agevolare il ricorso alla finanza priva ta sia per la realizzazione di opere pubbliche, sia per l’avvio di un piano di housing sociale, definire un piano straordinario per il Mezzogiorno con l’individuazione di opere di valenza interregionale nei settori del trasporto ferroviario e del riassetto del territorio, destinare ai Comuni una quota maggiore dell’Imu, finalizzata ad uno sblocco selettivo del Patto di stabilità interno per opere finalizzate a difesa del territorio, rischio idrogeologico e sismico, recupero e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, piani di recupero urbano e di valorizzazione dei beni culturali. E ancora:  rafforzare gli incentivi destinati alla riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico, avviare una politica di “rottamazione programmata e generalizzata degli edifici” e definire politiche idonee a supportare l’intera filiera delle costruzioni dando risposta alle tante crisi aperte anche attraverso il sostegno alle politiche di innovazione ne lla direzione della green economy.

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