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FILCA, ECCO LA RICETTA PER IL RILANCIO DEL SETTORE CEMENTO

FILCA, ECCO LA RICETTA PER IL RILANCIO DEL SETTORE CEMENTO

cementoResponsabilità sociale, partecipazione dei lavoratori, maggiore attenzione alla tutela degli addetti, dei cittadini, del territorio. Sono le priorità che la Filca-Cisl indica per il settore del cemento, emerse durante un modulo formativo al quale hanno partecipato gli Rsu Filca dei maggiori cementifici italiani. L’iniziativa, organizzata dalla scuola di formazione “Pino Virgilio” della Filca nazionale ed alla quale hanno partecipato il segretario generale della categoria, Franco Turri, il segretario nazionale Salvatore Federico e Luciano Bettin, è servita a fare il punto su un settore che resta strategico per l’economia nazionale, anche se negli ultimi anni ha pagato un prezzo altissimo alla crisi.
“Nel 2001 l’Italia era il sesto produttore mondiale – hanno detto Federico e Bettin nei loro interventi –  oggi invece siamo scesi al 13esimo posto. Con la crisi la produzione ed il consumo di cemento si sono attestati ad una cifra vicina a quella degli anni ’60; il consumo è crollato del 57% negli ultimi 9 anni. Gli addetti erano 10.660 nel 2007, nel 2015 erano calati a 8.660 unità. Il settore – hanno aggiunto Federico e Bettin – a seguito della crisi dell’edilizia, ha subìto una continua contrazione sia in termini di volumi di materiale prodotto, che nel numero di addetti e stabilimenti. Questi ultimi sono scesi da 91 a 68, solo Italcementi ne ha chiusi ben 14. La produzione ha sempre avuto un notevole impatto ambientale nelle escavazioni, nelle emissioni, e nell’eventuale utilizzo di combustibile alternativo (CSS). E inoltre c’è il problema del recupero degli impianti dismessi e della bonifica delle aree utilizzate dalle aziende, un tema trasversale che coinvolge i produttori, i cittadini e le amministrazioni locali”.
COORDINAMENTO CEMENTOEcco perché in testa alla ‘visione Filca’ sul settore c’è sicuramente la promozione della responsabilità sociale: “Si tratta – ha spiegato Turri – di un metodo per ascoltare, valutare e rispondere alle esigenze di tutti i portatori di interesse che non si riducono ai soli azionisti, ma comprendono i lavoratori e quindi le organizzazioni sindacali, i fornitori, i clienti, il territorio con i propri abitanti ed amministratori. La partecipazione dei lavoratori nella determinazione delle scelte aziendali è di fondamentale importanza”. Altra questione rilevante è la riqualificazione, formazione e ricollocamento del personale, insieme all’adozione di politiche industriali per il rilancio del settore, che contemplino, però, un nuovo modo di intendere le costruzioni come non più a discapito, ma a servizio del territorio. “Il riavvio di opere di infrastrutturazione necessarie per un territorio maggiormente vivibile, senza rischi – ha detto Turri – costituisce la base per il riavvio anche dell’industria cementiera. Per riattivare una politica del territorio, per la sua tutela, messa in sicurezza e sviluppo, è necessario generare iniziative di ricerca e innovazione in particolare in collegamento con le università e con un sistema di istruzione che consenta alle future generazioni di prendersi in carico un territorio di estrema fragilità per le sue caratteristiche geologiche, ambientali, culturali. Ma anche di uno stile di progettazione che sappia attuare interventi di rigenerazione urbana diretti all’inclusione e non all’esclusione dei gruppi più deboli, per la costruzione di una società che trovi i luoghi di integrazione e confronto costruttivo”, ha concluso Turri.
Dai lavori, infine, è emersa la necessità di un forte patto sociale per la tutela dei lavoratori, dei cittadini, del territorio. “Un patto – è stato sottolineato da tutti i presenti – che deve partire dalla responsabilità delle aziende e dalla partecipazione dei lavoratori nei confronti di ambiente e cittadini attraverso azioni di responsabilità sociale, e nel quale devono giocare un ruolo fondamentale le istituzioni, con scelte lungimiranti che vadano verso la costruzione di una comunità integrata e coesa in un territorio sicuro”.

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