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E LA CHIAMANO “L’ALTRA CASTA”…..

E LA CHIAMANO “L’ALTRA CASTA”…..

Roma
Età media tra i 40 ed i 49 anni, due figli, famiglia monoreddito, qualche difficoltà a far quadrare il bilancio familiare: è questo l’identikit di associati, delegati ed operatori della Filca, il sindacato degli edili della Cisl, così come risulta da un’indagine condotta dal sociologo Eugenio Zucchetti dell’Università Cattolica di Milano, e pubblicata per conto della Fondazione Giulio Pastore. Il volume, dal titolo “Lavoratori e sindacalisti – Una ricerca sul settore delle costruzioni” è stato presentato a Roma, presso l’Auditorium dell’Università Cattolica.
Alla presentazione dell’indagine sono intervenuti Michele Colasanto (Presidente Fondazione Pastore), Agostino Megale (Presidente Ires-Cgil), Aldo Carera (Presidente BiblioLavoro e docente di Storia all’Università Cattolica di Milano), Giuseppe Della Rocca (docente di Sociologia all’Università della Calabria).
L’introduzione è stata curata da Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl. I lavori sono stati conclusi dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che proprio nella Filca ha iniziato il suo percorso sindacale.
Il volume raccoglie i risultati di un’indagine condotta tra oltre 650 delegati ed operatori della Filca. L’elaborazione e l’analisi dei questionari, raccolti lo scorso anno, fornisce uno spaccato molto interessante di questa organizzazione (che conta circa 277mila iscritti) e del mondo sindacale in generale.
I risultati, a volte univoci, consentono una riflessione sulle diverse sensibilità ed esigenze che si manifestano tra semplici iscritti (associati), delegati e dirigenti (operatori a tempo pieno) e che trova nella Filca un tentativo di composizione e di rappresentanza delle varie realtà.
I dati più interessanti emersi dall’indagine:
AZIONE SINDACALE
Gli operatori investono fortemente sul significato del loro ruolo e del loro lavoro dandogli un impronta di grande senso sociale. L’operatore attribuisce al proprio ruolo un profondo valore sociale dando grande spazio e importanza alle motivazioni etiche e politiche della scelta del proprio impegno. I quadri insistono soprattutto nel richiamare l’attenzione sull’instabilità del lavoro, nel Mezzogiorno in specie. Così come insistono sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (in merito alla quale è stata confermata la diffusione/gravità del fenomeno). Nel 20% dei casi si sono verificati incidenti o infortuni mortali nell’azienda dell’intervistato. La “fretta” (intesa come orari e ritmi di lavoro, contenimento dei costi e organizzazione del lavoro) è percepita come principale causa degli infortuni.
FORMAZIONE PROFESSIONALE
La formazione professionale è vista come difesa e miglioramento del proprio status. Anche gli operatori attribuiscono alla formazione un ruolo significativo indicando nel diritto del lavoro, nelle politiche e nelle strategie dell’organizzazione, nella gestione contrattuale i temi di maggior interesse. I temi risentono in maniera sensibile del territorio di appartenenza, e sono quindi legati all’esperienza quotidiana: al Nord prevalgono la contrattazione e la bilateralità; al Sud la tutela del lavoro; al Centro le politiche sociali.
STATUS SOCIALE
Emerge la permanenza, soprattutto fra i soci, in uno status sociale basso, causato anche dalla bassa scolarizzazione e dalle condizioni della famiglia di provenienza.
FAMIGLIA E REDDITO
I carichi familiari comportano una diffusa difficoltà ad arrivare a fine mese (l’80% delle famiglie al sud ha 2 o più figli, mentre al nord la percentuale scende al 41%). Al nord la famiglia ha meno figli (nessuno o solo uno nella maggior parte dei casi) e prevale la doppia carriera (2 persone che lavorano). Al sud le famiglie sono per lo più monoreddito con due o più figli.
IMMIGRATI E CONVIVENZA
Per i delegati la convivenza sul luogo di lavoro con gli immigrati non è conflittuale (mentre gli operatori registrano elementi di difficoltà). Va registrata, in ogni caso, la ancora scarsa presenza di immigrati fra i dirigenti, nonostante l’alto numero di iscritti.
POLITICA E SINDACATO
La sfiducia verso la politica appare molto forte, anche se con accenti diversi tra delegati ed operatori. I nostri soci, invece, si sentono molto tutelati dal sindacato. Fra i delegati quasi la metà del campione ritiene che nessun partito tuteli gli interessi dei lavoratori. La larga sfiducia nella politica, dunque, è bilanciata da una forte fiducia nell’organizzazione sindacale.
“Queste indicazioni – ha detto Domenico Pesenti, segretario generale della Filca – sono importanti per indicare una profonda revisione che riguarda la riforma della contrattazione, che deve tener presente le realtà territoriali diverse, ma che deve riguardare anche gli aspetti sociali. Emerge la necessità di far uscire i nostri lavoratori da uno status sociale basso partendo dalla formazione scolastica. C’è la tendenza nelle famiglie a basso status sociale a replicare questa condizione e la domanda che emerge è proprio quella di un forte riscatto sociale, attraverso l’azione sindacale”.
Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, ha risposto così ai frequenti attacchi al sindacato sferrati nei giorni scorsi: “C’è chi ha scritto che ci sono 700mila persone che operano nei sindacati: magari fosse vero! Magari ci fosse questo ‘esercito’ che, gratuitamente o con retribuzione, si occupa dei problemi degli altri. La realtà – ha aggiunto il numero uno della Cisl – è che coloro che si occupano dei lavoratori sono molto meno e sono quotidianamente denigrati da parte dei centri di potere, che hanno interesse ad avere un sindacato più debole”.
 
Foto: un momento della presentazione del volume. Da sin: Saba, Colasanto, Bonanni, Pesenti, Megale
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Ufficio Stampa

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