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TRENTINO, E’ CRISI: IN VALSUGANA LICENZIAMENTI RADDOPPIATI

TRENTINO, E’ CRISI: IN VALSUGANA LICENZIAMENTI RADDOPPIATI

Un lavoratore del porfido
Un lavoratore del porfido

Licenziati raddoppiati, tessuto produttivo fragile, aziende, soprattutto di piccole e piccolissime dimensioni, in grande difficoltà. La crisi economica ha colpito tutto il Trentino, ma una delle zone più sofferenti è sicuramente la Valsugana, terra da sempre legata all’industria. Un segnale d’allarme è sicuramente l’elevato numero di lavoratori espulsi dalle imprese. I licenziati per cessione dell’attività delle aziende o per riduzione di personale, iscritti alle liste di mobilità, in un anno sono raddoppiati. Il dato preoccupa soprattutto in Alta Valsugana, dove sono colpite prevalentemente le aziende sotto i 15 dipendenti: nell’ottobre 2007 erano 200, nell’ottobre 2008 sono diventati 250, quest’ anno addirittura 470. La Bassa Valsugana, invece, deve fare i conti con 310 licenziati e continua a soffrire per la chiusura di grandi aziende come Malerba, Dalsasso, Valverde.
Nonostante tutto, il settore che sta pagando il prezzo più caro della crisi è senza dubbio quello delle costruzioni, in modo particolare il settore del porfido, poiché le aziende faticano a mettersi in rete e fare massa critica. Non solo: quasi nessuna ha innovato, così ora sono in grande difficoltà a concorrere con chi ha investito in ricerca. Se le attività “storiche” presenti sul territorio hanno il fiato corto, anche le nuove attività sostitutive insediatesi in Bassa Valsugana, come Ares, Fly, Fbt, che promettevano decine di posti di lavoro, finora hanno assunto solamente 20 persone. Non quanto ci si aspettava per rilanciare l’economia della zona. Insomma, lo scenario è delicato e preoccupante,  come sottolinea anche il segretario generale aggiunto della Cisl del Trentino, Diego Faccini.  “La presidente di Confindustria Trento, Ilaria Vescovi, ha spiegato come i timidi segnali di ripresa intravisti a luglio, ora stentino a trasformarsi in un andamento stabile. Purtroppo non posso che essere d’accordo. Sono convinto che ci aspettano mesi difficili e, soprattutto per quanto riguarda la Valsugana, le prospettive potrebbero essere anche peggiori. Si tratta, infatti, di un territorio con due comprensori che, negli ultimi dieci anni, si è fortemente sviluppato anche demograficamente, passando da 70mila a 80mila abitanti. Un territorio caratterizzato da piccole e piccolissime aziende, dove il tessuto produttivo si è dimostrato fragile e poco reattivo alla crisi con gravi conseguenze sull’ occupazione, come dimostrano i dati sopra citati. C’è da chiedersi – riflette Faccini – quali possano essere le contromisure per risalire la china. Quelle adottate dalla Provincia stanno funzionando bene, soprattutto per quanto concerne il sostegno al reddito con il sistema degli ammortizzatori sociali. Bisogna guardare al futuro, oltre la crisi, avendo la consapevolezza che non è possibile ragionare solo in termini assistenzialistici. La Valsugana deve interrogarsi sulle proprie potenzialità cercando di sfruttarle al meglio”.
“Gli attori economici, in collaborazione con le amministrazioni pubbliche, devono predisporre un programma di sviluppo della valle partendo dall’utilizzo delle risorse naturali e favorendo la crescita del turismo integrato con l’agriturismo e l’agricoltura specializzata. Credere nella proposta elaborata dal “Tavolo di lavoro sull’occupazione” della Bassa Valsugana, di costituire una società mista tra Comuni e imprenditori privati per la realizzazione della filiera del legno, sarebbe già un buon avvio. Se poi il sistema creditizio facesse la sua parte mettendo a disposizione delle aziende le risorse finanziarie necessarie, il percorso potrebbe essere meno complicato. Inoltre – conclude il segretario – è indispensabile sviluppare maggiormente la formazione, non solo indirizzata a favore dei lavoratori, ma anche ai nuovi imprenditori ed a supporto anche di chi già gestisce un’attività. La Valsugana è una terra di grandi lavoratori, di gente abituata a soffrire e lottare ed è per questo che siamo convinti che, anche questa volta, ce la farà a rialzare la testa”.

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