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Ceres: importante gestire il primo contatto

Ceres: importante gestire il primo contatto

28-1-2004
IN COERENZA con le indicazioni scaturite dall’Assemblea Organizzativa di categoria e confederale sul tema del potenziamento dei servizi agli iscritti e nella tutela della vertenzialità individuale, la Filca nel corso di un incontro con tutte le strutture Regionali svoltosi nei giorni scorsi a Roma, ha discusso di come promuovere tutte le iniziative necessarie a potenziare e migliorare la qualità del servizio. Nel corso dell’incontro è stata presentata una prima ricerca effettuata dalla Federazione Nazionale che fornisce un quadro abbastanza chiaro e definito sul funzionamento del servizio sindacale per eccellenza, che è quello della tutela dei diritti sanciti dai contratti e dalla legislazione sul lavoro. Un primo dato appare chiaro: la scelta fatta dalla Filca nel corso degli anni passati di gestire direttamente l’attività vertenziale individuale trova conferma dall’indagine: su 106 strutture territoriali, 76 Federazioni gestiscono direttamente l’attività vertenziale; mentre 30 strutture si avvalgono degli uffici vertenze delle Ust. Questa prevalenza nella gestione diretta dell’attività vertenziale non è nata a caso: le caratteristiche dei nostri settori, la loro frantumazione e polverizzazione, ma anche la presenza di norme contrattuali e legislative originali ci hanno obbligato ha percorrere la strada della gestione in proprio. Anche perché una ” buona gestione della vertenza ” è la migliore pubblicità che il lavoratore interessato fa della Filca e della Cisl nei luoghi di lavoro e nella società. L’altro elemento è quello del proselitismo: tutti i circa 7.500 lavoratori, che nel corso del 2003 hanno avviato una vertenza nei nostri settori, si sono prima iscritti alla Filca consentendo alla nostra Federazione di raggiungere i positivi risultati di crescita degli associati. Nel corso dell’incontro è emersa anche la necessità di recuperare modalità nuove laddove le strutture si avvalgono degli Uffici vertenze Cisl. Proprio per riconfermare e rafforzare il rapporto con la categoria è utile per tutta l’organizzazione che la gestione del “primo contatto” e la fase preliminare dell’attività vertenziale sia gestito direttamente dalla categoria. Dall’indagine emergono anche altri dati: 1) delle 7.500 vertenze che hanno riguardato i lavoratori delle costruzioni nel corso del 2003 oltre il 40% è stata chiusa in tempi brevi. 2) Sede di risoluzione delle vertenze: – il 38% delle vertenze si è risolta in sede sindacale: – il 37% con l’intervento del legale; – il 19% presso le Commissioni di conciliazione degli Uffici del Lavoro – solo il 6 % presso le Associazioni datoriali. 3) Vertenze per comparti produttivi: – l’88% riguarda i lavoratori dell’edilizia – il 7% quelli del legno – il 3% i lavoratori delle cave e dei lapidei – il 2% quelli dei laterizi e del cemento 4) Tipologia attività vertenziale: – il 24% delle vertenze avviate ha riguardato il licenziamento ingiustificato – il 31% il mancato pagamento di parte della retribuzione – il 27% di mancata applicazione di norme contrattuali – il 18% ha riguardato l’evasione contributiva 5) Vertenze lavoratori immigrati: Sul totale delle vertenze il 34 % ha interessato lavoratori immigrati, soprattutto nelle aree del nord-est e del centro Italia. Questo conferma l’attività vertenziale sviluppatasi nel corso dello scorso anno e legata alla fase di regolarizzazione della Bossi-Fini con gli effetti devastanti emersi nel rapporto tra impresa e lavoratori. 6) Programmi per la gestione delle vertenze: – il 94% delle strutture si avvale di software per la gestione (la prevalenza riguarda due programmi in particolari denominati Crela e Verte ); – solo il 6% utilizza sistemi artigianali(manuale o excel) 7) Rapporti con i legali: – il 55% delle strutture ha rapporti formalizzati con i legali attraverso convenzioni – il 45% mediante accordi informali. 8) Sentenze significative della magistratura del lavoro: Dall’indagine infine è emersa la scarsa conoscenza all’interno dell’organizzazione di significative sentenze (di primo grado, appello e Cassazionenti alcune specificità delle costruzioni. Nel corso dell’ampio dibattito sviluppatosi, a conferma del forte interesse della categoria sul problema della gestione delle vertenze sono stati individuati alcuni aspetti che sono stati assunti dalla Segreteria Nazionale e che faranno parte del programma di lavoro del Dipartimento Organizzativo della Filca, a partire dalle prossime settimane. I filoni di lavoro riguardano in particolare: a) La costituzione a livello nazionale di una Consulta Giuridica quale supporto tecnico-giuridico agli Uffici vertenze, ma anche ai livelli politici dell’organizzazione soprattutto sul versante contrattuale; b) Una maggiore omogeneizzazione delle procedure e dell’utilizzo dei programmi informativi per la gestione delle attività vertenziali e la creazione di banche dati; c) Un approfondimento dei rapporti esistenti con gli Uffici legali per omogeneizzare le modalità dei rapporti con la Federazione; d) la definizione di orientamenti comuni per tutte le strutture della Federazione sul problema della gratuità o del costo del servizio, per iscritti e non iscritti e la necessaria considerazione anche dell’anzianità di iscrizione nell’eventuale definizione del contributo dell’iscritto; e) il rafforzamento del percorso formativo degli operatori interessati alla gestione vertenziale, in considerazione anche delle novità introdotte dalle nuove normative legislative in materia di rapporto di lavoro; f) l’utilizzo degli Enti Bilaterali della categoria sulla conciliazione Bilaterale per le vertenze individuali di lavoro; g) Una più precisa definizione dei problemi di natura fiscale derivanti dalla legge 460/97; h) La definizione con gli Uffici Vertenze Cisl, laddove la Filca non gestisce direttamente l’attività vertenziale – delle modalità di gestione delle vertenze riguardanti i lavoratori aderenti alla Filca – concordando che la gestione iniziale della vertenza va svolta dalla Federazione di categoria. Su questi temi, il Dipartimento Organizzativo costituirà dei gruppi di lavoro per pervenire in tempi brevi alla definizione di indicazione ed orientamenti per le strutture territoriali con l’obiettivo di sviluppare e migliorare la tutela dei diritti dei lavoratori delle costruzioni.

Antonio Ceres, Segretario organizzativo Filca Cisl Nazionale

Formazione-ricerca, un nuovo progetto per rafforzare il rapporto con l’organizzazione
FARE dell’attività nel campo della formazione una delle competenze del fare sindacato. Si può racchiudere in queste parole il nuovo percorso formativo avviato dalla Filca Cisl, anche a conferma della scelta operata già da diversi anni di porre l’attenzione all’investimento in formazione di formatori. “La nostra idea di fondo – spiega il coordinatore nazionale della Scuola sindacale di formazione Filca, Roberto Scotti – è quella che i formatori nell’organizzazione possono avere una funzione di “finestra” attraverso la quale l’organizzazione stessa si lascia leggere e raccontare. Ma non solo. Questa funzione assume anche l’idea di flusso comunicativo – aggiunge Scotti – tra ciò che viene vissuto nella quotidianità della vita organizzativa della Filca nei territori di rappresentanza e l’elaborazione di interventi formativi maggiormente sostenuti e integrati”. L’obiettivo, in questo contesto, è di evitare di dar vita alla figura del formatore puro, ma di fare della formazione una delle competenze di chi svolge attività sindacale. “Quello che può servire – nota il responsabile della formazione Filca – è che il formatore non sia tanto e necessariamente una figura che sul piano organizzativo sia esclusivamente dedicata a questa funzione, ma più una figura di operatore-formatore. Un operatore, un segretario territoriale, un delegato di azienda che ha stoffa e sensibilità relazionali, che mentre lavora e opera nel territorio, in sinergia con altri, fa della propria e altrui esperienza uno spazio di confronto e di rielaborazione di conoscenza utile alla crescita e allo sviluppo delle risorse umane della categoria”. L’obiettivo, secondo Scotti, è di costruire una rete di persone sul territorio con una forte sensibilità formativa. Due, inoltre, le novità del progetto Filca: la prima, la costituzione di un gruppo di orientamento che rafforzi il legame tra aula e organizzazione, “affinchè la formazione non si presenti, rispetto a quest’ultima, come un corpo estraneo”. La seconda novità è nel rapporto di collaborazione avviato dagli edili Cisl con la Cooperativa di formazione lavoro Achille Grandi di Bergamo, in stretto rapporto con l’Università locale. “La loro proposta – conclude Scotti – è per una formazione-ricerca, che abbiamo già messo in campo, in cui è previsto un lavoro dei partecipanti in aula diretto all’individuazione della soluzione rispetto ad una determinata questione. Niente a che fare con la formazione di stampo tradizionale”.

Francesco Tobia

Firenze. Intesa tra Regione, aziende sanitarie e sindacati per garantire la sicurezza nei cantieri di edilizia ospedaliera
GARANTIRE migliori livelli di prevenzione e sicurezza per tutti i lavoratori impegnati nei cantieri di edilizia ospedaliera, combattere il lavoro irregolare e garantire il massimo rispetto dei diritti e delle normative sulla sicurezza. Sono gli obiettivi del protocollo di intesa siglato tra Regione Toscana, aziende sanitarie regionali e sindacati. “Sono alle porte in Toscana – spiega l’assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi – imponenti realizzazioni nel campo dell’edilizia ospedaliera che impegneranno per anni migliaia di lavoratori. Vogliamo assicurare loro le migliori condizioni di lavoro. E’ un segnale anche in vista della revisione della legge 626, per la quale la Toscana è capofila nella conferenza delle regioni, e attorno alla quale aleggiano pericolose richieste di deregolamentazione.” Il protocollo (per tutti gli appalti di edilizia ospedaliera superiori a 500 mila euro) tocca un settore, quello edile, che paga un pesantissimo tributo di sangue, con la metà di tutti gli infortuni mortali sul lavoro; la Toscana è tra le regioni più colpite, con 23 vittime nel 2003, seconda solo alla Lombardia. Tra i punti qualificanti del protocollo l’affermazione del principio della contrattazione preventiva, per quanto riguarda sicurezza, orari e organizzazione del lavoro. I risultati della contrattazione saranno validi per tutte le imprese attive nel cantiere, anche per quelle che operano in subappalto. Sarà prevista la possibilità di rescissione del contratto da parte della stazione appaltante in caso di inadempienze. Si punta anche, dove è possibile, al riconoscimento del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, con l’incrocio di dati tra Inps, Inail e Casse Edili. “L’impegno della Regione è importante – dice il segretario generale della Filca-Cisl toscana, Antonio Cerqua -, il primo passo per far sì che tutte le stazioni appaltanti pubbliche siano disponibili ad accordi di questo tipo.” Nel protocollo è previsto un ruolo importante degli Rls, con occasioni di formazione permanente sul cantiere attraverso convenzioni tra Asl e Scuole Edili. Ciascun lavoratore sarà dotato di una tessera di riconoscimento con foto e impresa di appartenenza. Le aziende sanitarie dovranno anche verificare in sede di gara d’appalto la congruità dell’offerta in funzione dell’effettivo costo della manodopera e, una volta assegnati i lavori, controllare correttezza e trasparenza di quanto avviene nei cantieri. “E’ un atto rilevantissimo – spiega il segretario generale della Cisl toscana, Gianni Salvadori -, il primo a livello nazionale. Con questa firma ci assumiamo una serie di impegni che vanno al di la della semplice denuncia dello scandalo delle morti bianche. Passiamo insomma dalla denuncia all’azione propositiva e all’intervento concreto”.

Alberto Campaioli

Emilia Romagna, edilizia settore più conflittuale
SEI VERTENZE al giorno in edilizia e 800 mila euro recuperati. E’ quanto rivela il sindacato regionale edili della Cisl, confermando il settore edile e affini tra i più “caldi” in assoluto dal punto di vista sindacale. Da un questionario Filca emerge che nel 2002/2003 ci sono state 1839 vertenze, pari mediamente a sei vertenze quotidiane per un totale di 800 mila euro recuperati in un anno. “Con 1.742 casi (l’ 82,30 per cento del totale) l’edilizia si conferma il settore più conflittuale ? afferma il responsabile regionale della Filca Cisl , Ciro Donnarumma – spiegando che i settori lapidei, legno, laterizi e manufatti in cemento non sono statisticamente indicativi, mentre la maggior parte dei casi (1.303, pari al 70 per cento del totale) ha riguardato imprese artigianali, seguite dall’industria con il 30 per cento. L’identikit del lavoratore tipo che si è rivolto al sindacato edili della Cisl rileva che è di sesso maschile (82,33 per cento), ha meno di 29 anni, possiede la qualifica di operaio o apprendista ed è dipendente da impresa edile artigiana. Gli stranieri sono il 32 per cento e sono i lavoratori più a rischio, più facilmente sfruttati. Circa il contenzioso, il mancato pagamento delle retribuzioni e degli straordinari è la prima causa di vertenza: 1636 casi, pari all’ 89 per cento del totale. Seguono i licenziamenti e la mancata applicazione dei contratti, compresa l’evasione contributiva: entrambi l’ 11% dei casi”. Oltre la metà dei casi (77 per cento) si è risolta positivamente in sede sindacale, composta presso le Associazioni imprenditoriali o l’Ufficio provinciale del Lavoro (8 per cento) e l’intervento legale (9 per cento). Solo il 6 per cento dei contenziosi non ha trovato soluzione. Su 1416 vertenze concluse positivamente, il recupero per i lavoratori è stato di complessivi 800 mila Euro (tra differenze salariali, retribuzioni non pagate e omessi contributi previdenziali), con una media di 564 euro a vertenza. “Questo significa ? ribadisce Donnarumma – che alcune imprese hanno danneggiato non solo propri dipendenti, ma anche le aziende serie con azioni di concorrenza sleale”. Da qui il rinnovato invito del sindacalista alle Associazioni di categoria a “riflettere sugli atteggiamenti di certe loro associate, alcune delle quali sono recidive”. Ed agli Organi di Vigilanza ad una “maggior attenzione considerato che alcune imprese adottano sistematicamente forme di lavoro irregolare”. Infine, Donnarumma sollecita la richiesta di un tavolo di confronto regionale con Inps ed Inail per attivare, come prevede la stessa legge 30/’03 (Legge Biagi), l’introduzione del Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc) anche per il settore privato, dove si annida più agilmente il lavoro nero e irregolare.

Ileana Rossi

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