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CASSE EDILI, TRE GIORNI DI CONVEGNI E APPROFONDIMENTI

CASSE EDILI, TRE GIORNI DI CONVEGNI E APPROFONDIMENTI

Si è conclusa venerdì a Tivoli (Roma) la tre giorni di convegni organizzata dalla commissione nazionale paritetica per le Casse Edili. Giovedì i lavori si sono svolti presso la Scuola della Guardia di Finanza di Coppito, L’Aquila. 
L’annuale convegno nazionale della Commissione Paritetica per le Casse Edili ha assunto quest’anno un significato speciale, sia per la grave crisi del settore che per l’impegno particolarmente sentito da imprenditori e parti sociali nella ricostruzione delle zone abruzzesi colpite dal sisma della scorsa primavera. Proprio per testimoniare vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite, la giornata clou della manifestazione, giovedì 1 ottobre, ha avuto luogo a L’Aquila, nella Caserma di Coppito.
I lavori sono stati l’occasione per fare il punto sullo stato dell’edilizia nell’intero Paese, grazie anche alla pubblicazione dei dati dell’osservatorio congiunturale, riguardante oltre il 60% delle 119 Casse Edili italiane. Le cifre sono preoccupanti: da ottobre 2008 a giugno 2009 in alcune unità territoriali la diminuzione dell’attività produttiva ha toccato il 30-35%, il che significa andare verso una sostanziale paralisi del settore. Il processo è stato graduale: se nei primi 5 mesi presi in esame alla diminuzione delle ore lavorate (-26%) non corrispondeva che una flessione del numero delle imprese del 5%, nel quadrimestre successivo (marzo-giugno) la flessione delle ore lavorate si è ridotta a circa il 10% mentre quella delle imprese è lievitata fino a un -10%.
Secondo il Presidente della Cnce, l’ingegner Armido Frezza, “questo fatto è spiegabile attraverso una comparazione con il numero di ore autorizzate di cassa integrazione; dobbiamo quindi constatare l’inadeguatezza degli ammortizzatori sociali utilizzabili nel nostro settore nonostante la gestione in attivo della cassa integrazione guadagni abbia determinato la formazione di un ‘tesoretto’ di oltre 2 miliardi di euro che, almeno in parte, dovrebbe essere riconosciuto al comparto attraverso un ampliamento della durata del sostegno al reddito dei lavoratori, in modo da traghettare imprese e operai oltre la crisi”.
Una valutazione del tutto positiva, invece, viene dai risultati della gestione dei primi 4 anni del Documento Unico di regolarità contributiva che, con circa 6 milioni di documenti rilasciati, ha permesso un notevole recupero di evasione contributiva e l’iscrizione alle Casse Edili di oltre 30mila nuove imprese, invertendo la logica che premiava la capacità di operare al di fuori della legge e penalizzava la serietà delle imprese regolari. Ma è proprio questo il momento di non abbassare la guardia.
Per il presidente della Cnce, “la fase di ricostruzione dell’Aquila e di tutti i Comuni del ‘cratere’ può e deve rappresentare anche una straordinaria opportunità per teorizzare quanto di positivo è stato fin qui realizzato e per fare un passo in avanti rispetto ai limiti oggettivi dell’esperienza del Documento unico di regolarità contributiva. La prospettiva che vede concentrarsi in quest’area centinaia di imprese provenienti da ogni parte d’Italia migliaia di lavoratori, con gli evidenti pericoli anche di infiltrazioni malavitose, impone di alzare l’asticella della regolarità e dei controlli. Partendo dall’Aquila vogliamo lanciare un messaggio a tutto il Paese: quello di un settore che chiede di poter lavorare, di non disperdere un patrimonio produttivo costituito da 160mila imprese e oltre 850mila lavoratori”.
Nella giornata conclusiva Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl e presidente della Fetbb, il sindacato europeo degli edili, ha ribadito che “inun momento di garnde crisi, come quello che si sta attraversando, serve un forte investimento nelel costruzioni, settore storicamente anticiclico. Bisogna spingere sul Governo – ha proseguito pesenti – per far sì che le idde politichge si trasformino in cantieri, per ridare fiato all’occupazione nel settore. L’edilizia, però – ha ammonito – deve essere regolata e controllata. Le recenti sentenze della Corte di Giustizia europea non sono condivisibili, perché è necessario prevedere l’applicazione, in ogni paese, del proprio Ccnl. Questo per evitare concorrenza sleale e per scongiurare il rischio di una deregolmentazione totale. Il distacco, che non è altro che il prestito di un lavoratore specializzato da unìazienda all’altra, spesso diventa un trucxco per non applicare il contratto italiano ad un lavoratore straniero”.
Pesenti ha puntato l’indice anche contro il fenomeno dei falsi lavoratori autonomi: “Bisogna fare una normativa che distingua l’artigiano che davvero lavora in proprio dal falso lavoratore autonomo, che è di fatto un lavoratore dipendente ed è costretto ad iscriversi alla Camera di Commercio per continuare a lavorare presso il proprio datore ri lavoro, che in questo modo risparmoia sul compenso e sui contributi. Un fenomeno purtroppo comune a tutti gli stati europei, che si combatte attraverso una convenzione tra i sistemi bilaterali. I quali – ha concluso – sono forti dove le democrazie sono mature e compiute proprio perché è un sistema che dà forza alla democrazia, permette la partecipazione diffusa e dà importanza ai cittadini”.            
(Fonte: ufficio stampa CNCE)

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