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BOOM DI CASSA INTEGRAZIONE IN EDILIZIA, CEMENTO, LAPIDEI E LEGNO

BOOM DI CASSA INTEGRAZIONE IN EDILIZIA, CEMENTO, LAPIDEI E LEGNO

Da Cremona a Palermo, passando per Pesaro e Matera: non risparmiano nessun territorio e sono quasi quotidiani, oramai, gli accordi siglati presso il Ministero del Lavoro, a Roma, per il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria o straordinaria per aziende edili, del lapideo o del cemento. Si tratta di migliaia di lavoratori a settimana, per i quali gli ammortizzatori sociali potrebbero rappresentare l’anticamera per la mobilità. I nomi delle imprese coinvolte spaziano dalle più strutturate alle meno grandi, da quelle con una lunga tradizione alle spalle ad aziende relativamente nuove, perché gli effetti della crisi sembrano davvero non risparmiare nessuno.
Dall’inizio dell’anno ad oggi sono già una decina gli accordi siglati dai dirigenti della Filca-Cisl presso il Ministero. Tra questi ci sono quelli di 5 Spa: Italcementi, Calcestruzzi, Industrie Pica, Impresa e Pessina Costruzioni. Per quest’ultima la Cigs inizierà a decorrere dal prossimo 1° febbraio ed interesserà 80 unità lavorative distribuite in 6 diverse unità operative, da Novara ad Avellino. Sono invece 140 i lavoratori di Impresa Spa per i quali, dal 1° gennaio scorso e per 5 mesi, ci sarà la prosecuzione del trattamento di Cig in deroga. Numeri drammatici alle Industrie Pica: anche in questo caso si tratta di una prosecuzione della Cig in deroga, ma il provvedimento coinvolge ben 249 lavoratori, 225 dei quali presso la sede di Pesaro. Calcestruzzi Spa è stata costretta invece a chiedere la Cigs per ristrutturazione-organizzazione per 205 unità. Infine, ma solo in ordine cronologico (l’accordo è stato siglato ieri), c’è Italcementi: per 198 dipendenti è stato inevitabile il ricorso alla Cigs per crisi aziendale.
L’elenco è ancora lungo e coinvolge anche il settore del legno, con le crisi dei distretti della sedia, in Friuli, e del mobile imbottito, in Puglia e Basilicata. E dove non arriva la crisi ci pensano i tempi biblici della Pubblica Amministrazione a ridurre sul lastrico le aziende: nel bresciano, è notizia di pochi giorni fa, un’impresa edile di 46 dipendenti, con appalti in corso d’opera, è stata costretta a ricorrere alla Cig per mancanza di liquidità. Dettaglio non trascurabile: la stessa azienda risulta essere creditrice di ben 25 milioni di euro da parte dell’Agenzia delle Entrate, dello Stato, ecc..
“Si tratta di un vero stillicidio – spiega Domenico Pesenti, segretario generale della categoria – sono numeri davvero importanti che ci impongono di non assistere passivamente ma di agire con determinazione e celerità. Come ripete la Filca da più tempo, la ripresa degli investimenti in edilizia (il settore rappresenta da solo circa l’11% del Pil nazionale, ndr) avrà benefici su tutta una serie di altri comparti, visto il grande indotto che gira intorno al settore delle costruzioni. La manifestazione nazionale in programma il prossimo 3 marzo a Roma, che abbiamo organizzato insieme a Feneal e Fillea, servirà a chiedere al Governo interventi decisi nel settore. Le delibere Cipe dello scorso dicembre e di qualche giorno fa lasciano ben sperare, ma bisogna rendere i provvedimenti immediatamente operativi”.

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