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APPALTI, IL SENATO VARA LA RIFORMA DEL SETTORE

APPALTI, IL SENATO VARA LA RIFORMA DEL SETTORE

Con 170 sì, 30 no e 40 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl delega appalti. Il disegno di legge, composto di un solo articolo, reca una delega al Governo, che dovrà essere attuata entro il 18 aprile 2016, per il recepimento di tre direttive che riordinano la normativa europea. E’ prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni.

Ora scatta il conto alla rovescia per la riforma del sistema che vale più di 101 miliardi di euro (dati 2015). I tempi per il recepimento delle nuove direttive europee (da importare nel nostro ordinamento entro il 18 aprile 2016), sono molto stretti e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha confermato di voler completare in un colpo solo tanto il recepimento delle direttive Ue (23, 24 e 25/2014 su concessioni, appalti e settori esclusi) tanto il riordino dell’intera normativa sui contratti pubblici, mandando in pensione il codice monstre del 2006 (più di 600 articoli e qualche migliaio di commi tra norme primarie e regolamento) da sostituire con un corpus normativo più snello su cui sta già lavorandola commissione di 19 esperti nominata dal ministro a settembre .

Guardando alle novità nel lungo iter parlamentare della delega, il cuore della riforma è l’estensione e il rafforzamento dei poteri affidati all’Anac guidata da Raffaele Cantone. Un passaggio in cui non è difficile intravedere il riflesso delle tante inchieste culla corruzione che hanno attraversato il mondo degli appalti negli ultimi mesi: dal sistema Incalza-Perotti scoperchiato dalla procura di Firenze allo scandalo Mafia Capitale, fino alle indagini sugli appalti Anas e ancora le inchieste sugli appalti dell’Expo e del Mose.

«La corruzione è uno dei motivi principali che hanno impedito la corretta esecuzione delle opere pubbliche in Italia – ha spiegato Delrio -. Questo codice sarà una ricetta efficace per combattere il fenomeno».

Non è un caso allora la scelta di far girare il sistema intorno ai (tanti) nuovi compiti dell’Anticorruzione. Con la riforma, Cantone sarà dotato di poteri di intervento cautelari (possibilità di bloccare in corsa gare irregolari), mentre il rispetto degli atti di indirizzo al mercato (bandi-tipo, linee guida, pareri) diventerà vincolante per amministrazioni e imprese. In questa chiave va anche letta la nascita di un albo nazionale dei commissari di gara e il divieto di prevedere scorciatoie normative, bypassando o semplificando le gare, per la realizzazione di grandi eventi. Le deroghe potranno essere ammesse soltanto in risposta a emergenze di protezione civile. All’Anac spetterà anche il compito di qualificare le stazioni appaltanti che saranno abilitate a gestire i bandi per fasce di importo in base al grado di organizzazione e competenza. Non solo. Sarà sempre l’Anticorruzione a proporre le linee guida destinate a dare attuazione al nuovo codice, linee guida che poi saranno approvate con un decreto delle Infrastrutture.

(dal sito di Conquiste del Lavoro)

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