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Appalti a Torino, il Comune coinvolge le parti sociali

Appalti a Torino, il Comune coinvolge le parti sociali

LE INDAGINI della Procura di Torino su alcuni appalti comunali bloccati hanno prodotto una nuova iniziativa per tenere sotto controllo la situazione. La Giunta comunale torinese ha infatti approvato un protocollo d’intesa sulle procedure d’appalto per i lavori pubblici che sarà sottoscritto il prossimo 16 settembre dal sindaco, Sergio Chiamparino, con sindacati e le associazioni più rappresentative delle imprese. Il documento prevede l’istituzione di un tavolo di discussione e confronto con riunioni periodiche durante le quali, entro il 31 dicembre, dovranno essere presentate proposte operative. I temi affrontati saranno le eventuali anomalie delle offerte e le relative modalità di valutazioni, una soglia minima di applicazione dell’esclusione automatica delle offerte anomale, l’eventuale accorpabilità degli appalti, le problematiche connesse alla sicurezza nei cantieri e i criteri di utilizzo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’accordo approvato arriva dopo l’iniziativa assunta dal Comune di Torino sul Codice etico degli appalti comunali, che fissa regole di condotta per dipendenti e imprese e che regolamenta i subappalti, e il protocollo di intesa con l’autorità di vigilanza dei lavori pubblici che stabilisce una più stretta collaborazione con questo organismo nello svolgimento delle gare e nel monitoraggio di situazioni dubbie. Positiva la valutazione della Filca di Torino (che ha portato avanti l’impegno insieme alla Ust locale) circa l’accordo che dovrebbe essere sottoscritto il 16 settembre, “soprattutto perchè – spiega il responsabile degli edili Cisl torinesi, Antonio Castaldo – le parti sociali sono state chiamate attivamente in causa. Riteniamo sicuramente utile la pratica del coinvolgimento, che chiediamo venga anche estesa alla fase della progettazione della delibera sugli appalti. Tuttavia, va precisato che il coinvolgimento non funziona quando si è chiamati, come parti sociali, a sostituire chi, per paura di assumersi le responsabilità, è stato incaricato a svolgere un determinato ruolo politico”.

Francesco Tobia

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