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WELFARE, PELLE A EVENTO FILCA: “LA PERSONA AL CENTRO, MA BISOGNA CONTRATTARLO PERCHE’ SIA ANCORA PIU’ EFFICACE”

WELFARE, PELLE A EVENTO FILCA: “LA PERSONA AL CENTRO, MA BISOGNA CONTRATTARLO PERCHE’ SIA ANCORA PIU’ EFFICACE”

Il welfare è stato il protagonista del video incontro di ieri, organizzato dalla Filca-Cisl nell’ambito del percorso “Cantiere aperto”. All’evento hanno partecipato il segretario nazionale aggiunto, Enzo Pelle, il segretario nazionale, Salvatore Federico, e tre esperti della materia: l’antropologo Felice Di Lernia, Raffaele Bruni (BM&C) e Alberto Perfumo (Eudaimon). Federico ha ricordato che il tema del welfare è uno dei cavalli di battaglia della Filca, trasformati in realtà nei contratti nazionali e di II livello. “Grazie al welfare – ha detto – si ribadisce la centralità della persona nella comunità aziendale e nella comunità territoriale. Il ‘Progetto Communitas’ della Filca si pone come obiettivo dare risposte e servizi a chi fa la contrattazione per welfare e benessere, e questo incontro è l’occasione per raccogliere spunti e idee per una sorta di Manifesto aperto per lavoratori e aziende”.
Per Felice Di Lernia “la disintermediazione ha scompattato la società, sono venuti meno gli addensanti, la classe operaia non esiste più come classe ma come individui, c’è la sfarinatura della società e del welfare collettivo a favore di un welfare connettivo. Il consumo è tipico dell’individuo: consumo ergo sum si fonda sull’idea che il consumo è qui e ora”. Per l’antropologo “prima si lavorava in vista del futuro, ora il futuro è scomparso, e questo porta al rischio che il welfare diventa il welfare delle merci, il voucher è un esempio. La sfida – ha concluso – è evitare i consumi e stare nel welfare della cura, si devono creare sacche di resistenza perché il consumo è più forte”.
Raffaele Bruni ha dichiarato che “con il Covid il welfare è saltato al centro dell’attenzione. Era quasi diventato un retaggio storico, ora il welfare è tornato ad essere un bisogno della società. Il centro è la persona con il suo nucleo che parte dalla famiglia, e attorno a ciò sono molte le problematiche. Anche l’adesione al fondo è motivo di confronto in famiglia e tra amici. La persona è al fondamento della riscoperta della non delega, non c’è una delega, ognuno deve decidere da sé per costruire il proprio futuro. La risposta – ha detto Bruni – sta anche nella bilateralità che unifica le risposte diversificate. La contrattazione si deve far carico del mondo intermedio, bisogna completare il welfare dei fondi pensione con nuovi strumenti per rispondere alle zone grigie. Il welfare il Italia ha matrice sindacale, nei sistemi anglosassoni è politico”. 
“Da una parte serve cogliere il bisogno della singola persona – ha dichiarato Alberto Perfumo – dall’altro il welfare può dare coesione alla comunità aziendale. Il welfare deve essere aderente ai bisogni, deve consentire consapevolezza nella scelta e deve essere in grado di orientare e supportare. Il welfare coach è un punto irrinunciabile perché accompagna le persone alle risposte aziendali o pubbliche. Il welfare deve essere anche coinvolgente per la comunità interna all’azienda, un programma partecipato e in grado di coinvolgere anche la comunità esterna, del territorio”.
Le conclusioni dell’evento sono state affidate ad Enzo Pelle: “Il welfare obbliga a spendere, ma bisogna evitarne la mercificazione, ed essere invece innovativi e creativi. Il sindacato ha un ruolo centrale in questa partita, contrattando il welfare ha la possibilità di fare in modo che si occupi delle persone, del territorio, della collettività. La terribile esperienza del Covid ci ha insegnato che c’è bisogno di Stato ma anche di soggetti collettivi che lavorano per gli interessi della collettività, e noi dobbiamo esserci dentro e gestire le partite”, ha concluso il segretario generale aggiunto della Filca.

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