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TTIP, PREOCCUPAZIONE DELLA FILCA: “TRATTATO POCO ‘SOCIALE’, MANCA IL COINVOLGIMENTO DEL SINDACATO”

TTIP, PREOCCUPAZIONE DELLA FILCA: “TRATTATO POCO ‘SOCIALE’, MANCA IL COINVOLGIMENTO DEL SINDACATO”

ttipIngiusto, sbagliato e rischioso. È unanime il giudizio dei sindacati Cgil, Cisl, Uil sul Ttip, acronimo inglese di “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, il trattato di libero scambio commerciale tra le 28 nazioni dell’Unione Europea e i 50 stati dell’America del Nord, per un totale di circa 820 milioni di cittadini. I sindacati confederali in una nota unitaria affermano che “c’è insoddisfazione per i contenuti del testo, pur apprezzando la richiesta dell’inserimento e dell’esigibilità delle norme fondamentali del lavoro dell’OIL e del mantenimento nell’ambito della cooperazione regolamentare tra le parti dei più elevati livelli di protezione della salute e della sicurezza sul lavoro nel rispetto del principio di precauzione”. Ai sindacati non sono andate giù le modalità con le quali è prevista la gestione del processo decisionale, l’assenza dal testo di norme a contrasto del dumping, l’istituzione di tribunali speciali, la mancanza di una visione ‘sociale’ del trattato. Critiche emerse anche nel corso di un seminario sul Ttip organizzato dalla Cisl nazionale, al quale ha partecipato il segretario nazionale della Filca, Salvatore Federico.
Preoccupazioni emergono anche per il settore delle costruzioni: “Quanto previsto dal Ttip non ci convince ed è per noi fonte di preoccupazione”, hanno dichiarato il segretario generale della Filca, Franco Turri, e lo stesso Federico. “Nel testo – spiegano – è evidente lo scarso coinvolgimento del sindacato, interpellato solo in poche occasioni. Ecco perché ha fatto molto bene la Cisl nel mettere a confronto relatori illustri, che con competenza e conoscenza della materia hanno condiviso i nostri dubbi circa gli effetti dell’applicazione del trattato. Anche i nostri settori, l’edilizia, il legno, il cemento, il lapideo e il laterizio, risentirebbero fortemente degli effetti del Ttip, con ripercussioni negative per i lavoratori e per l’economia di questi settori, già duramente provata dalla lunga crisi degli ultimi anni. Il Ttip deve rappresentare non un ostacolo o un danno, ma, al contrario, una opportunità imperdibile per governare e gestire le trasformazioni, un’occasione di sviluppo, di crescita economica, di giustizia sociale. Un risultato che può arrivare solo con il coinvolgimento e l’apporto del sindacato – concludono Turri e Federico – in grado di individuare e introdurre le regole per governare lo scambio economico tra Usa ed Europa, in modo tale da affiancare alla globalizzazione economica anche quella dei diritti e della dignità del lavoro”.

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