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SARDEGNA, DOPO 10 ANNI ANCORA UNA FUMATA NERA PER LA LEGGE URBANISTICA

SARDEGNA, DOPO 10 ANNI ANCORA UNA FUMATA NERA PER LA LEGGE URBANISTICA

Dichiarazione di Giovanni Matta, segretario generale Filca-Cisl Sardegna
È veramente grave che dopo anni di dibattiti, di confronti anche aspri, la politica sarda decida di gettare la spugna rinunciando, ancora una volta, a dare una nuova legge urbanistica alla Sardegna. Gli oppositori, a prescindere che hanno intriso il dibattito di elementi meramente ideologici, potranno festeggiare alla grande. Quelli che non potranno festeggiare sono i Sardi specie coloro che pensano che una nuova legge che disciplini l’attività urbanistica possa dare impulso ad un nuovo sviluppo dell’isola. Sembrava la volta buona e con uno sforzo di mediazione, forse, dopo 10 anni si poteva giungere alla conclusione e varare un testo adeguato ai bisogni di tutela e valorizzazione territorio sardo, tema questo di cui si sente una grande necessità.
Così come ne aveva e ne ha necessità il lavoro edile sardo, che attende da anni nuovi impulsi per rilanciarsi e ritrovare quel ruolo trainante nel tessuto economico regionale. Il lavoro svolto dall’Assessorato Regionale all’Urbanistica, certamente di buon livello, sembrava a noi si muovesse nella giusta direzione. Purtroppo chi aveva il dovere di sostenerlo si è perso in dispute di bottega e l’unico risultato raggiunto è solo quello di rinviare ancora una volta l’adozione di una legge organica, capace di innovare il rapporto tra i Sardi e ambiente, tra i Sardi ed il territorio.
Appare pleonastico affermare che dopo tre legislature siamo al punto di partenza, con una Regione che continua a registrare un trend preoccupante sul fronte dello spopolamento delle aree interne, con un territorio sempre più esposto all’incuria e al degrado idrogeologico e ambientale, e, sopratutto con il blocco degli investimenti, che, in assenza di regole certe, vengono dirottati verso altre realtà regionali. Come Filca Cisl Regionale ci domandiamo sino a quando si vuol continuare con questo atteggiamento che premia solo i personalismi e danneggia ancora una volta gli interessi dei Sardi e della Sardegna. Sopratutto non aiuta il lavoro che resta in questa Regione la vera emergenza e di cui il palazzo, ma non solo esso, non pare aver acquisito la necessaria consapevolezza. Un sussulto di dignità, dopo l’ennesimo fallimento, dovrebbe portare coloro che hanno chiesto di occuparsi della cosa pubblica di trarre le debite responsabili conclusioni.
 

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