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REGGIO EMILIA, SITUAZIONE INSOSTENIBILE PER I LAVORATORI DI IMPRESE IN SUBAPPALTO

REGGIO EMILIA, SITUAZIONE INSOSTENIBILE PER I LAVORATORI DI IMPRESE IN SUBAPPALTO

Continua la crisi che attanaglia il mondo dell’edilizia, mentre si moltiplicano sempre di più le aziende che presentano i libri in tribunale. “Ciò che preoccupa – afferma Salvatore Cosma, segretario della Filca Cisl reggiana – è che ad essere in crisi sono le aziende che hanno costruito l’ossatura del sistema produttivo reggiano, quelle aziende presenti sul mercato da oltre trent’anni”. A dare ragione a tale commento, è la notizia della richiesta di concordato da parte di Coopsette, un colosso dell’edilizia reggiana.
A Reggio Emilia, Coopsette e altri grandi cooperative del mondo dell’edilizia costituiscono grandi committenze dando il lavoro in subappalto a tante aziende edili artigiane reggiane. In tal modo, le aziende artigiane si sono visti congelare i loro crediti a causa della richiesta di concordato da parte della committenza e ciò ha portato, tra la fine del 2012 e le prime settimane del 2013, alla “chiusura dei battenti” per tante realtà medie e piccole del settore dell’edilizia, con centinaia di lavoratori rimasti senza un lavoro ed un reddito. “Dobbiamo tutelare tutti i lavoratori – spiega Cosma – di qualsiasi realtà produttiva, grande, media e piccola, perché lo strumento del concordato è un mezzo utile e spesso necessario, viste le condizioni della nostra economia, specialmente del settore dell’edilizia. Ma è bene non dimenticare le piccole e medie aziende artigiane che sono quelle che più stanno pagando lo scotto di questa crisi.
A questo punto, un tavolo di confronto tra sindacato, associazioni datoriali ed enti locali, è auspicabile in tempi brevi, per riflettere sulla crisi del settore edile contestualizzandola nel territorio reggiano, capire quali strumenti possono tutelare meglio i lavoratori delle realtà produttive e non fare subire loro passivamente le crisi altrui”. Una situazione insostenibile, quella attuale, che vede sempre più frequentemente lavoratori che hanno perso tutto rivolgersi agli uffici della Filca.

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