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PARLAMENTO EUROPEO, GIRO DI VITE SULLE ISPEZIONI SUL LAVORO

PARLAMENTO EUROPEO, GIRO DI VITE SULLE ISPEZIONI SUL LAVORO

Il Parlamento europeo ha adottato una fondamentale relazione “sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa”. Con questa relazione il Parlamento europeo manda al prossimo Commissario europeo all’Occupazione e Affari Sociali l’importante messaggio di mantenere ad un alto livello di priorità nell’agenda politica le questioni del lavoro non dichiarato, del dumping sociale e dello sfruttamento dei lavoratori. Lo riferisce la Fetbb, la Federazione europea degli edili, presieduta da Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl.
La relazione arriva in un momento cruciale, nel quale l’Europa sociale è messa sotto forte pressione e spesso considerata un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi del mercato interno. Molte forme di lavoro non dichiarato, il dumping sociale e lo sfruttamento dei lavoratori sono una conseguenza diretta della deregolamentazione italiana ed europea e della frammentazione delle politiche. In aggiunta, le autorità europee e molte di quelle nazionali hanno usato questa crisi come pretesto per ridurre il numero di controlli e ispezioni, il che ha portato ad un aumento del lavoro non dichiarato nella UE.
La relazione del Parlamento contiene una lista lunga e utile di istruzioni chiare e linee guida per gli stati membri e la Commissione. Alcuni esempi concreti sono:
1.       Aumentare il numero di ispezioni, specialmente in settori vulnerabili come le costruzioni, l’agricoltura, il catering
2.       Concentrare i controlli e le indagini su specifici lavori ad alto rischio, come quelli tramite agenzia, i lavoratori distaccati, il falso lavoro autonomo …
3.       Fornire le ispezioni di lavoro nazionali di sufficiente personale, e di risorse logistiche e di formazione;
4.       Colpire il lavoro non dichiarato tramite tecniche innovative e sottili;
5.       Imporre rapidamente sanzioni efficaci e dissuasive agli attori fraudolenti;
6.       Le azioni illecite, come le liste nere di lavoratori (come verificatosi l’anno scorso nel Regno Unito), sono completamente inaccettabili e devono essere sanzionate;
7.        Chi denuncia gli abusi deve ricevere un’adeguata protezione;
Una particolare richiesta del Parlamento, rivolta direttamente alla Commissione europea, è quella di esaminare la possibilità di introdurre una Carta di Identità Sociale sulla quale inserire tutti i dati necessari a verificare la condizione lavorativa del proprietario, la sicurezza sociale, l’orario di lavoro e cosi via. Un tale strumento faciliterebbe infatti il lavoro di tanti ispettori e porterebbe a un calo significativo di varie forme lavoro non dichiarato.
La speranza è che la prossima Commissione europea non nasconda la testa nella sabbia fingendo che il problema del lavoro non dichiarato sia soltanto marginale.
 

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