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MASSA CARRARA, PROSEGUE LA MOBILITAZIONE DEL SETTORE MARMO

MASSA CARRARA, PROSEGUE LA MOBILITAZIONE DEL SETTORE MARMO

Coinvolgere tutta la città per ottenere il sostegno alla mobilitazione del settore, che va avanti oramai da settimane. È l’obiettivo dei 2.000 addetti del settore lapideo nella provincia di Massa Carrara, ai quali va aggiunto tutto l’indotto. Numeri importanti e pesanti per il territorio. Nelle scorse settimane il settore si è fermato più volte, per scioperi e iniziative che hanno visto la partecipazione pressoché totale dei lavoratori del settore lapideo, che comprende le cave, le segherie ed i laboratori. Adesso, dopo le ripetute ed inspiegabili fumate nere della controparte datoriale, Assindustria, si mira ad estendere la lotta a tutti i cittadini.
“Non stiamo chiedendo i numeri ma semplicemente il rinnovo del contratto integrativo, scaduto nel 2014”, dichiara Giacomo Bondielli, della Filca-Cisl territoriale. “È davvero ingiustificato il rifiuto di Assindustria alle nostre richieste di aumento, perché il settore va a gonfie vele. Un esempio su tutti: ‘Marmi Carrara’ ha ottenuto utili record per quasi sette milioni di euro. E non capiamo perché la nostra controparte rifiuti la nostra richiesta di portare a 15 euro l’indennità di presenza giornaliera, oggi ferma a 4,50 euro. La loro risposta, che è quella di arrivare a 6,50 euro complessivi, non può che trovare il nostro rifiuto categorico. Possiamo accettarla solo ad una condizione – spiega Bondielli – e cioè che ogni azienda assuma 2/3 lavoratori, visti gli ottimi risultati ottenuti da tutte le imprese impegnate nel settore”. Come si evince, si sta giocando una partita troppo importante per il territorio per non coinvolgere tutta la comunità: “Stiamo chiedendo il sostegno e la partecipazione a tutti i settori produttivi della città – aggiunge il sindacalista della Filca – e per farlo stiamo allargando la discussione all’amministrazione comunale, ai partiti ed ai cittadini, per renderli consapevoli dello stato della vertenza e della situazione paradossale che stiamo vivendo. Tra gli scopi di questa strategia c’è quello di organizzare una grande manifestazione con la partecipazione di tutta la comunità”.
Gli scioperi realizzati nelle scorse settimane hanno pressoché bloccato l’attività in tutte le aziende adibite alla lavorazione del prodotto, ed anche l’attività nei depositi e nelle segherie è stata praticamente nulla. Addirittura in qualche caso si sono creati presidi ‘spontanei’ davanti alle aziende. L’indennità di presenza giornaliera non è l’unico punto controverso della trattativa; anche sul vestiario, sulla formazione professionale, sull’orario di lavoro e sulla parte economica si stanno scontrando le posizioni dei sindacati di categoria Filca, FeneaUil e Fillea-Cgil e Assindustria. “Oltre all’incremento
dell’indennità di presenza – spiega Ottavio De Luca, segretario generale della Filca-Cisl Toscana –chiediamo l’adeguamento del vestiario, un maggiore impegno sul fronte della formazione professionale, modifiche all’orario di lavoro e soprattutto alla parte economica. In particolare chiediamo che sia aumentata l’indennità di disagio, riteniamo che l’anzianità di settore debba essere anticipata a 12 e 15 anni, rispetto agli attuali 15 e 20 anni di lavoro, e infine chiediamo interventi decisi sul premio di risultato, fermo a 619 euro addirittura dal 1996. Le uniche concessioni che abbiamo ottenuto – sottolinea De Luca – sono state l’incentivo sul fondo del marmo, molto importante in caso di infortuni e per la prevenzione, e aumenti per il fondo per la radio, indispensabile per tenersi in contatto sulle bancate, e per quello utilizzato dalle aziende danneggiate dall’alluvione. Il rifiuto di Assindustria, che non ha accettato le nostre proposte definendole inaccettabili, ci ‘costringe’ ad organizzare nuove, eclatanti forme di protesta, perché assolutamente convinti della bontà delle nostre richieste. La proposta di Assindustria – aggiunge il segretario generale della Filca Toscana – che ha chiesto di rinviare la discussione al 2016 è semplicemente irricevibile. I fatturati sono ottimi, spinti anche dal trend dell’export, e non riconoscere il merito a chi lavora duro per ottenere questi risultati è davvero ingiusto e sbagliato”, conclude De Luca.

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