
“Due miliardi e mezzo di € finanziati dal Cipe e attualmente ancora bloccati, creerebbero lavoro per 24mila addetti del settore delle costruzioni in Puglia e Basilicata. Non smetteremo mai di sollecitare il riavvio delle opere bloccate”. E’ il Segretario interregionale della neonata Filca Cisl di Puglia Basilicata, Crescenzio Gallo, a lanciare l’ennesimo allarme sullo stallo istituzionale che, di fatto, tiene ferme risorse già previste e che permetterebbero, almeno per ciò che riguarda le grandi opere, di superare l’isolamento infrastrutturale che scontano i territori appulo lucani. Ne ha parlato all’assise interregionale del sindacato che si è espressa sulla fusione delle federazioni di Puglia e Basilicata che organizzano i lavoratori edili, del mobile imbottito e del lapideo. Tutti settori importanti dell’economia delle due regioni. “Solo per la Puglia – osserva Gallo – ad aprile del 2013 evidenziammo con un dossier i cantieri fermi, ma a distanza di più di un anno la situazione è identica, anzi, in alcuni casi il fallimento di aziende appaltatrici ha innescato le lungaggini del riappalto e relativo allungamento dei tempi. In Basilicata la situazione è del tutto simile”.
Secondo la Filca Cisl di Puglia Basilicata metà dei lavoratori edili censiti non lavora o lavora in nero: una drammatica, pesante ripercussione di una crisi che sta destabilizzando il settore edilizio e il sistema bilaterale. “Per fortuna arrivano anche le buone notizie – dice il sindacalista – e un forte auspicio per rilanciare il settore giungerà l’11 giugno quando sarà firmato il Contratto Nazionale dell’edilizia industria e cooperazione”. Di crisi profonda in atto “che sta cambiando il
