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COSTRUZIONI, MANIFESTAZIONI DEI SINDACATI IN 100 PIAZZE ITALIANE

COSTRUZIONI, MANIFESTAZIONI DEI SINDACATI IN 100 PIAZZE ITALIANE

Sit-in, volantinaggi, presidi, manifestazioni, flash mob: ieri è stata la giornata dei lavoratori delle costruzioni, che in 100 piazze italiane hanno chiesto a gran voce il rilancio del settore. Un evento che si è svolto in contemporanea in tutta Italia, organizzato dai sindacati di categoria Filca-Cisl, FenealUil, Fillea-Cgil. In molti casi la protesta è avvenuta davanti a cantieri di opere bloccate o mai partite, in luoghi-simbolo, come Amatrice, per la ricostruzione post sisma. O a Venezia, dove i manifestanti hanno sfidato l’acqua alta. E poi davanti a Prefetture e sedi dei Consigli regionali, o nelle piazze dei Comuni più piccoli, a dimostrazione della presenza della Filca e della Cisl anche nelle periferie, nei luoghi dimenticati. Perché questa emergenza riguarda tutta la nazione, senza esclusioni. La messa in sicurezza del territorio, la manutenzione di edifici pubblici, strade, viadotti, la riqualificazione dei centri urbani, è un problema che accomuna tutto lo Stivale. A distanza di otto mesi dallo sciopero generale del 15 marzo scorso, dunque, i sindacati hanno voluto nuovamente richiamare l’attenzione del Governo sulla necessità di intervenire con scelte chiare e misure concrete, per riportare il settore al centro della politica, rilanciando così la competitività e la produttività di tutto il paese. Una mobilitazione perfettamente riuscita anche sulla stampa e sui social, e che in alcuni casi ha sortito effetti immediati, con la convocazione di delegazioni sindacali da parte di prefetti, presidenti di regione, consiglieri, sindaci, assessori, ecc.
Al presidio di Roma, presso piazza Santi Apostoli, erano presenti i vertici della Cisl nazionale. La segretaria generale, Annamaria Furlan, ha ribadito il sostegno della Cisl ai lavoratori dell’edilizia, ricordando che le costruzioni sono un settore trainante: “Mentre si discute di finanziaria – ha detto – ci sono oltre 75 miliardi di euro spendibili subito e bloccati. Sono risorse corrispondono a centinaia di migliaia di posti di lavoro in un settore che ne ha persi davvero tanti, e che ha visto numerose imprese chiudere. Riaprire i tanti cantieri bloccati e avviare le opere mai partite porterebbero benefici non solo al comparto, ma all’intera economia nazionale e a tutta la collettività, che ha diritto ad avere infrastrutture ed edifici moderni e sicuri”.
Per il segretario generale della Filca, Franco Turri, “bisogna attivare una vera politica industriale per i settori dell’edilizia e dei materiali da costruzione, indispensabile a dare risposte definitive alla crisi nel settore”. Le richieste dei sindacati sono il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità con il rafforzamento del Durc e della congruità, l’attuazione della Patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del Codice degli Appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I sindacati delle costruzioni giudicano positivo il confronto già avviato con il ministero delle Infrastrutture, ma lamentano la mancata convocazione, ad oggi, da parte dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, nonostante una esplicita richiesta di confronto e i numeri drammatici di questa crisi, che è la più drammatica dal dopoguerra: dal 2008 ad oggi sono andati in fumo ben 800 mila posti di lavoro, e 120mila imprese hanno chiuso i battenti. Una vera tragedia sociale.
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A distanza di otto mesi dallo sciopero generale, i lavoratori delle costruzioni tornano in piazza con FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil per chiedere il rilancio del settore. L’appuntamento è per il 15 novembre, con iniziative in 100 piazze italiane, presidi, volantinaggi, incontri con le Istituzioni per ribadire la richiesta al Governo di intervenire con scelte chiare e misure concrete che riportino il settore al centro della politica, rilanciando così la competitività e la produttività di tutto il paese.
“Sarà l’ennesima occasione per illustrare le nostre proposte – spiegano i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi – a partire dall’urgenza di attivare una vera politica industriale per i settori dell’edilizia e dei materiali da costruzione, indispensabile a dare risposte definitive alla crisi nel settore.”
I sindacati chiedono “il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità con il rafforzamento del Durc e della congruità, l’attuazione della Patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del Codice degli Appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.”
“Chiediamo un confronto con il Governo, visto che aspettiamo ancora una convocazione dai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. E invece giudichiamo positivamente il confronto già avviato con il ministero delle Infrastrutture. Dopo gli annunci delle scorse settimane – proseguono i segretari generali degli edili Cgil Cisl Uil – vogliamo capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire per affrontare quella che è una vera e propria “emergenza costruzioni”, che in 11 anni di crisi, la più drammatica dal dopoguerra, ed in assenza di una idea di politica industriale ha lasciato sul terreno 120mila imprese chiuse ed 800mila operai senza lavoro. Rimettere in moto il settore, da sempre volano per la ripresa economica, vuol dire non solo lavoro per centinaia di migliaia di persone e ossigeno per un indotto enorme ma dare al paese infrastrutture moderne, edifici e territori riqualificati, riducendone i consumi e mettendoli in sicurezza dai rischi sismico ed idrogeologico. Far ripartire le costruzioni vuol dire far ripartire l’intera economia del paese.”
Gli hashtag ufficiali della mobilitazione nazionale sono #aTestaAlta e #NoiNonCiFermiamo.
Di seguito un elenco delle principali iniziative in programma:
ABRUZZO Pescara manifestazione regionale Piazza Unione, davanti all’Assessorato ai Lavori Pubblici, ore 9:30
BASILICATA Brienza (Potenza), presidio ore 13:00 in viale Stazione, presso il piazzale antistante la base cantiere Vittadello (impresa esecutrice dei lavori variante Brienza). Potenza, volantinaggio presso Piazza Prefettura e Regione Basilicata.
CALABRIA Catanzaro, ore 10:00 presidi davanti la prefettura. Presidi nelle piazze di periferia: provincia di Cosenza, a Serricella di Acri, Sant’Agata di Esaro e Morano Calabro; provincia di Catanzaro, a Borgia e Girifalco.
CAMPANIA Napoli ore 10:00 presidio davanti la sede Giunta Regionale Palazzo Santa Lucia. Avellino, Benevento, Caserta, Salerno presidi presso le rispettive prefetture a partire dalle 10:00.
EMILIA-ROMAGNA ore 9:30 presidio regionale a Bologna, piazza Franklin Delano Roosevelt.
FRIULI VENEZIA GIULIA Trieste presidio dalle 11:00 in piazza Oberdan, presso la sede della Regione ed incontro con capigruppo
LAZIO Roma ore 9.30 p.zza Santi Apostoli Prefettura, Rieti svincolo Miciliano, Latina, Rotonda Borgo Piave
LIGURIA Manifestazione a carattere regionale ore 9:00 presso la Sede della Regione della Liguria (a Genova), con corteo alle ore 11:00 fino alla Prefettura
LOMBARDIA Manifestazione e presidio regionale sul ponte della strada statale n. 36 (del Lago di Como e dello Spluga) di Annone Brianza in corrispondenza del km 41,200 dalle ore 10:00 alle ore 12:30. Incontri con Prefetti di ogni singolo territorio.
MARCHE Ancona presidio regionale con volantinaggio ore 9:30 Piazza Roma, richiesto incontro al presidente della Regione
MOLISE Manifestazione Regionale a Campobasso presso Giunta regionale via Genova, 11, ore 9:30
PIEMONTE Alessandria, Cuneo, Novara, Torino: presidi presso le Prefetture dalle ore 10:00
PUGLIA Bari, Brindisi, Foggia, Lecce presidi davanti alle Prefetture a partire dalle 10.00. A Taranto presidio nel centro storico e conferenza stampa, ore 10:00.
SARDEGNA Presidio regionale ore 10:00 Cagliari, viale Trento 69 Assessorato ai Lavori Pubblici
SICILIA Palermo Assemblea pubblica Piazza Politeama ore 09:30. Catania, Messina, Trapani, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento, Enna: presidio e volantinaggio davanti alle prefetture ore 09:30. Siracusa: “Horror tour delle opere incompiute” ore 9:00.
TOSCANA Firenze presidio in Piazza Duomo 10:00 davanti Regione Toscana. Arezzo e Livorno: presidio davanti la prefettura
TRENTINO Presidio a Trento, ore 10:00 in Piazza Dante, davanti al Palazzo della Regione.
UMBRIA Norcia, presidio regionale in piazza San Benedetto (presso il centro di valorizzazione) ore 10:30.
VALLE D’AOSTA Aosta volantinaggio e presidio in Piazza Des Franchises dalle 9:00 alle 12:00 e davanti alla Prefettura a partire dalle 12:00.
VENETO Venezia volantinaggio in Piazzale Roma ore 6:30, Treviso ore 10:30 manifestazione in piazza delle Istituzioni, Padova conferenza stampa in scuola edile ore 12:30
 
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Il 15 novembre i sindacati delle costruzioni FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, manifesteranno in 100 piazze italiane per chiedere il rilancio del settore. Lo hanno deciso a Roma i circa 500 partecipanti giunti da tutta Italia per gli Attivi unitari delle tre categorie. Nel corso dei numerosi interventi di segretari e delegati è emersa la volontà di chiedere al governo una decisa inversione di rotta rispetto al passato e di mettere in campo tutte le misure idonee al rilancio del comparto, e conseguentemente alla competitività e alla produttività del Paese.
“La giornata di sensibilizzazione e proposta – hanno dichiarato i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi – come è già avvenuto nel corso dello sciopero generale del 15 marzo scorso, sarà l’occasione per ribadire le nostre proposte, già presentate alla ministra delle Infrastrutture De Micheli nei giorni scorsi. In particolare chiediamo una vera politica industriale nei settori dell’edilizia e dei materiali, il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità, con il rafforzamento del Durc, la diffusione della congruità, l’attuazione della Patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del Codice degli Appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Vogliamo confrontarci con il Governo – aggiungono – ed in particolare con i ministeri delle Infrastrutture, del Lavoro, dello Sviluppo Economico, per capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire sui temi che abbiamo indicato, dopo gli annunci positivi delle scorse settimane. In questi 11 anni di crisi sono centinaia di migliaia le aziende del settore che hanno chiuso i battenti, determinando una perdita di oltre 800 mila posti di lavoro. Rimettere in moto il settore – concludono i tre segretari generali – vuol dire non solo generare occupazione ma dotare il Paese di infrastrutture moderne e sicure”.
Nei prossimi giorni saranno resi noti i dettagli delle iniziative. Gli hashtag ufficiali sono #aTestaAlta e #NoiNonCiFermiamo.
ORDINE DEL GIORNO
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“Il rilancio delle costruzioni passa attraverso una politica industriale del settore, il rafforzamento delle infrastrutture, lo sblocco dei cantieri, la messa in sicurezza del territorio, la riforma del Codice Appalti, l’affermazione della legalità, la sicurezza dei lavoratori. Le intenzioni del governo sembrano positive, ma bisogna passare subito ai fatti”. Lo sostengono i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, che lunedì 21 ottobre celebreranno a Roma i direttivi nazionali unitari (ore 9:30, auditorium Ambra Jovinelli). “L’iniziativa – spiegano i segretari generali Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi – servirà a ribadire le nostre proposte e a definire una giornata di iniziative e di sensibilizzazione, dopo lo sciopero generale del 15 marzo scorso. In particolare chiediamo una vera politica industriale in favore del settore delle costruzioni, il rilancio della rete infrastrutturale, con particolare attenzione al Sud e alle opere di “Connettere l’Italia”, una vera riforma previdenziale che riconosca che i “lavori non sono tutti uguali”, una riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori e pensionati, un forte contrasto all’elusione contrattuale e al lavoro nero, con il rafforzamento del Durc e la diffusione della congruità. Molto importante anche una maggiore tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, a partire dall’introduzione della Patente a punti e dall’inasprimento e certezza delle pene, la corretta applicazione dei contratti edili nei cantieri contro ogni forma di dumping, il recupero del deficit di tutele, di trasparenza e di lotta alla criminalità introdotto dal decreto ‘sblocca cantieri’. Mai come in questo momento – aggiungono – la difesa ed il rilancio del Paese dipendono dal settore delle costruzioni. L’incontro di ieri con la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli è stato sicuramente positivo, ma è solo un primo passo. Sarà molto utile avviare la stessa sinergia anche con il ministero del Lavoro e con il Mise. Bisogna intervenire subito e con determinazione, accelerando la spesa, perché i dati ci raccontano di un settore in cui diminuiscono gli addetti, chiudono le aziende, crollano gli investimenti, aumenta la fuga dal contratto edile, sale l’età media dei lavoratori nei cantieri e si verifica una crescita sempre più drammatica degli infortuni, in particolare di quelli mortali. Una situazione insostenibile e inaccettabile sulla quale il governo ha annunciato di voler intervenire: ieri nel corso dell’incontro al Mit la ministra De Micheli ha detto che il rilancio delle costruzioni in funzione anticiclica è la via giusta per lo sviluppo dell’economia del Paese. E noi non possiamo che essere d’accordo”, concludono i segretari generali di Feneal, Filca, Fillea.

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