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CEMENTO, POLETTI SI IMPEGNA CON I SINDACATI PER IL RILANCIO DEL SETTORE

CEMENTO, POLETTI SI IMPEGNA CON I SINDACATI PER IL RILANCIO DEL SETTORE

“Bisogna affrontare la crisi del settore del cemento con una ‘logica integrata’, e per farlo sono disponibile a costruire un dialogo con i soggetti interessati e a mettere insieme il ministero del Lavoro con quelli dello Sviluppo economico e dell’Ambiente”. I sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil hanno incassato questa importante apertura dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha partecipato ad una tavola rotonda insieme al segretario generale della Filca-Cisl, Franco Turri, nell’ambito del Convegno “4.0 Time for Change: innovazione, sostenibilità, economia circolare. Un nuovo ciclo del cemento è possibile?”.
L’avvio di un tavolo interministeriale non è l’unico impegno: Poletti ha riconosciuto al settore di essere un importante pezzo del sistema, e ha annunciato l’avvio, grazie al tavolo, di una sorta di ‘laboratorio peculiare’ per “ragionare su una logica integrata tra sostegno al reddito, politiche attive e tutta la strumentazione esistente tra sindacati e imprenditori, come i fondi per la formazione. Se lavoriamo tutti insieme- ha detto Poletti – una strada la troviamo”. Nel corso del Convegno i sindacati hanno presentato la loro ricetta per permettere al settore di invertire la rotta: “In primis – ha detto il segretario nazionale della Filca, Salvatore Federico – è necessario rilanciare le convegno cementocostruzioni come leva di sviluppo del settore e dell’economia in generale; poi bisogna adottare una politica industriale a difesa del sistema produttivo cementiero italiano, che spinga le imprese ad investire in ricerca e innovazione; infine bisogna riconoscere al settore lo stato di ‘crisi complessa’, con l’avvio di politiche del lavoro attive e passive che accompagnino meglio i processi di rilancio, riconversione,  riorganizzazione e gestione degli esuberi”. Tra le priorità c’è sicuramente l’avvio di una nuova visione industriale mirata alla sostenibilità nel rispetto dell’ambiente, una maggiore partecipazione dei lavoratori alle decisioni dell’impresa, un grande piano di ammodernamento e messa in sicurezza del Paese che non può prescindere dalla qualità della materia prima, il cemento, e dalla qualità dell’impresa e del lavoro. “Occorre un nuovo governo del settore – hanno ribadito Feneal, Filca, Fillea nel documento – che riconosca la strategicità del sistema produttivo cementiero nazionale e preveda strumenti straordinari per affrontare la crisi, che è complessa”.
Turri, nel corso del suo intervento, ha dichiarato che “la cosiddetta sindrome-Nimby (acronimo che sta perNot In My Back Yard’, letteralmente ‘non nel mio cortile’, ndr), si può superare con una maggiore

Poletti, Pogliotti, Turri e Pascucci

comunicazione con il territorio, le persone, le comunità interessate. L’azienda – ha sottolineato – deve essere considerata un bene comune: per gli imprenditori, per i lavoratori, per il territorio”. Qualche dato può essere utile a capire la situazione del settore: nel 2015 nel mondo si è prodotto il 3,3% di cemento in meno rispetto al 2014. L’Europa ha fatto segnare un debolissimo +0,9, mentre in Italia si conferma un calo superiore alla media mondiale, con -3,4%. Nel 2015 sono stati prodotti 19 milioni di tonnellate di cemento, nel 2008 erano 47 milioni. Inoltre gli stabilimenti continuano ad avere una capacità produttiva doppia rispetto alla richiesta del mercato, ed operano nella media del 60%. Alcune cementerie sono diventate centri di macinazione, altre sono state chiuse, mentre il 18% dei lavoratori è uscito dal settore con pensionamenti, incentivi, ricollocazioni, licenziamenti e molti altri lavoratori sono in cassa integrazione e rischiano il posto di lavoro. 10 anni fa gli addetti del settore erano 10.660, nel 2015 si sono ridotti a poco più di 8.600. Insomma, per il cemento, che resta nonostante tutto il secondo materiale più usato al mondo dopo l’acqua, è necessario un cambiamento radicale della sua produzione e del suo utilizzo.
Ai lavori sono intervenuti anche l’ingegner Roberto Carrara, di Legambiente, e Giovanni Ricci Curbastro, Direttore di Federmaco. Il primo ha ribadito l’importanza sia economica che ambientale dell’utilizzo dei CSS (combustibili solidi prodotti da rifiuti non pericolosi), con effetti positivi sulla salute grazie ad un miglioramento della qualità dell’aria. L’esponente di Federmaco, invece, ha sottolineato l’importanza delle relazioni sindacali, ricordando come l’ultimo contratto del cemento, sottoscritto a novembre 2015, sia stato firmato prima della scadenza e senza una sola ora di sciopero. Ai lavori sono intervenuti anche i segretari nazionali di Feneal, Fabrizio Pascucci, e di Fillea, Gianni Fiorucci. Il confronto tra Turri e Poletti è stato moderato da Giorgio Pogliotti, giornalista del Sole 24 Ore.
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