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BONANNI: “LA FILCA? UN SINDACATO INNOVATIVO E MODERNO”

BONANNI: “LA FILCA? UN SINDACATO INNOVATIVO E MODERNO”

Bonanni e Pesenti
Bonanni e Pesenti

“La Filca di domani sarà la Filca di oggi, vale a dire un sindacato moderno e innovativo, in grado di stare al passo con i tempi e di dare risposte certe ai lavoratori, ai tanti associati”. Raffaele Bonanni ha delineato così il futuro della categoria, davanti ai delegati, agli operatori, ai dirigenti della Filca giunti da tutta Italia a Colli del Tronto per il XV congresso nazionale, che ieri ha chiuso i battenti dopo tre giorni di lavori. Il segretario generale della Cisl ha esaminato l’attuale situazione economico-politica italiana, per poi approfondire le tematiche più prettamente sindacali: “La Filca negli ultimi 4 anni è riuscita a conciliare tradizione ed innovazione, vincendo le sfide e rappresentando nel migliore dei modi i lavoratori, cogliendone le istanze e rispondendo alle loro domande e alla loro richiesta di tutela. Grazie anche alla Filca – ha detto – in questi anni la Cisl ha potuto dimostrare di avere una sua cultura sindacale peculiare, originale, difesa da tutta l’organizzazione. Questo ci ha aiutato non solo al nostro interno, ma ha anche favorito l’unità con Cgil e Uil”.
“Il bilancio di questi 4 anni non è negativo: tante innovazioni sono partite da noi e sono state utilizzate anche da altri, dimostrando così la validità delle nostre azioni. La strategia contrattuale che è passata, ad esempio, è quella della Cisl. In tutti i settori – ha proseguito Bonanni – il nostro sindacato ha accresciuto la propria stabilità e rafforzato le iscrizioni, e arrivano segnali di apprezzamento nei nostri confronti dalle aziende nelle quali si è votato”. Il numero uno di via Po ha affrontato la questione della riorganizzazione della Cisl, sia al livello orizzontale, del territorio, che verticale, con l’accorpamento di alcune categorie: “Non è facile passare da 124 a 59 territori. Il mio obiettivo – ha affermato – è quello di puntare sempre di più sulla capacità non solo degli operatori, ma anche dei tanti rappresentanti sindacali, caratteristica che fa della Filca un ‘centomilapiedi’. I delegati sono la struttura portante del sindacato insieme ai loro ‘tutor’, gli operatori a tempi pieno, che hanno garantito alla Filca una straordinaria storia organizzativa e politica. Garantire più formazione e informazione ai delegati non potrà che giovare a tutti. Ed accorpare le categorie è necessario per il bene della stessa Cisl, perché non esiste struttura confederale forte senza categorie forti”.
congresso Filca pubblicoMolto significativo il messaggio che Bonanni ha rivolto ai giovani della Filca presenti in sala: “Il servizio è potere, per citare Papa Francesco. Mettetevi a disposizione dell’altro, ponetevi in termine di dono, di ascolto, di mediazione, di comprensione. Usate il sindacato per migliorare la comunità attraverso lo spirito di servizio: è così che si alimenta la partecipazione democratica, con la mediazione, e non con l’autoritarismo”. Infine la situazione del settore edile: “Le tasse stanno ammazzando il mercato immobiliare, ai minimi dal 1985. L’edilizia è il settore anticiclico per eccellenza, mette in moto una quarantina di altri settori, un vasto indotto che va dal legno all’idraulica, dal cemento all’elettricità. Non esiste economia senza un settore delle costruzioni che gira, eppure questo sembra isolato nonostante il grido d’allarme della Cisl e della Filca. Un suo rilancio, attraverso il rilancio dell’edilizia sostenibile, non è più rinviabile”.
Prima di Bonanni era stato l’economista Alberto Berrini a parlare di crisi ed economia, con delle vere “Lezioni della crisi”, per citare la sua ultima fatica editoriale. “Attenti al ‘cigno nero’! O, se preferite, occhio alla ‘tempesta perfetta’”, ha detto alla platea. “Il ‘cigno nero’ è l’evento estremo, la contrazione che provoca una lunga depressione, un esito possibile che però siamo in grado di evitare. È a partire da questo evento possibile che bisogna interpretare la crisi e pensare a possibili vie di uscita. La ‘tempesta perfetta’, invece, è la crisi del modello neoliberista, con tutte le conseguenze che ne sono derivate. Non è la fine del mondo ma, sicuramente, è la fine di un ‘certo mondo’. Esattamente quello che è accaduto”.
 

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