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AREZZO, PER L’EDILIZIA E’ CRISI PROFONDA

AREZZO, PER L’EDILIZIA E’ CRISI PROFONDA

E’ il caso di dirlo! Per molti anni il mattone ha determinato nel tessuto economico e nella disponibilità di molti aretini un bene di rifugio. Oggi sta diventando solo un sogno irrealizzabile, un’utopia. “ Oltre ai dati del settore – afferma Gilberto Pittarello Segretario Generale della Filca Cisl di Arezzo – che confermano la peggiore crisi in edilizia mai vista fin d’ora, con un calo del numero delle imprese del 15% rispetto al 2011, come per gli addetti scesi ad un meno 17% rispetto allo scorso anno, confermando dal 2009 ad oggi un calo complessivo vicino al 50%, emerge un dato preoccupante sia per la tenuta dello stesso settore che per il futuro di molte famiglie aretine : nessuno compra più case! Le famiglie non ce la fanno più ad acquistare un immobile, nonostante ne abbiano necessità, perché attanagliate dalla crisi, dal lavoro precario e dalla disoccupazione “. 
Chi ha qualcosa da parte non investe più, per la paura dell’incertezza del domani ed i mutui sono diventati inaccessibili. Le compravendite immobiliari, da dati forniti dall’Adiconsum, sono calate del 23,7% su base annua. Ancora peggio i mutui, dove i finanziamenti ed i prestiti con ipoteca sono scesi nel secondo trimestre del 36 %. Oltre a tutto ciò, ci sono ulteriori difficoltà per poter acquistare una casa: costi notarili alti, costi per i mutui insostenibili per le giovani coppie a causa del lavoro sempre più precario, costi ancora troppo alti degli appartamenti per una famiglia “ normale “. Nei giorni scorsi si è tenuto un Consiglio straordinario da parte del Comune di Arezzo, sul problema legato alla crisi in edilizia, con varie proposte venute da più parti per far ripartire il settore.
“Sarebbe il caso – continua Pittarello – che anche gli altri 38 comuni della nostra provincia facessero la stessa cosa! Consigli comunali aperti, non solo agli addetti, ma anche alle famiglie affinchè possano esprimere il proprio disagio per un’economia propria che non gli consente di poter acquistare una loro casa, o della difficoltà oggettiva per chi potrebbe, di poter ottenere un mutuo per poter avere uno dei beni di prima necessità “. E’ sempre la stessa storia, attorno alla quale ruotano le aspettative e le esigenze sia delle imprese che non ce la fanno più ad andare avanti, sia di molte famiglie aretine in difficoltà : la liquidità necessaria che le banche non concedono più a nessuno, tranne la “ sicura “ garanzia di poter riavere in tempi certi quanto erogato. Nel frattempo il lavoro manca, le case non si costruiscono più, e l’economia del nostro territorio legata principalmente al volano del settore delle costruzioni sta arrancando di giorno in giorno.
Ed allora che fare? La domanda sorge spontanea, come la stessa risposta. “ Una ricetta ci sarebbe – ribadisce Pittarello – oltre all’abbassamento degli oneri urbanistici da parte dei comuni per le ristrutturazioni con materiali bio-compatibili ed a risparmio energetico, la così detta green-economy, per molte famiglie, la possibilità di acquistare quantomeno la prima casa potrebbe avvenire direttamente attraverso il costruttore, non tramite l’accesso al mutuo che nessuno più concede, ma attraverso un affitto agevolato con riscatto dell’immobile per vent’anni o trent’anni a seconda dell’età dell’acquirente o del reddito percepito, con un aiuto che possa tradursi anche da parte degli Enti locali “. Sarebbe certamente un’idea da portare avanti e che potrebbe avere sicuramente successo. Da una parte l’Impresa avrebbe comunque la difficoltà di riuscire in tempi brevi a recuperare quanto speso per la costruzione dell’immobile, ma dall’altra avrebbe quantomeno la certezza di poter vendere  le migliaia di unità immobiliari sfitte e a lungo andare, in rovina, sparse ormai da anni in tutto il territorio della nostra provincia come fossero un immenso “ magazzino “, che costituiscono solo la ricchezza dell’Impresa in termini di beni, ma non di liquidità finanziaria. Forse sarebbe proprio il caso di farci un pensiero.

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