ABRUZZO, IRREGOLARITA’ NEI CANTIERI DELLA RICOSTRUZIONE

ABRUZZO, IRREGOLARITA’ NEI CANTIERI DELLA RICOSTRUZIONE

Nei cantieri abruzzesi della ricostruzione non si lavora in sicurezza, anzi. Su 140 rilievi effettuati dagli ispettori del lavoro e dell’Asl sono state riscontrate ben 96 violazioni. Più di due cantieri su tre, dunque, non sono sicuri. E tra questi ci sono anche quelli del progetto Case. “È inaccettabile – accusa Lucio Girinelli, segretario generale della Filca abruzzese – ma quando si lavora 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, le disattenzioni delle maestranze e soprattutto delle imprese diventano all’ordine del giorno, sono il frutto del profitto e della fretta. Mantenere l’impegno di costruire 3500 alloggi in pochi mesi non è facile, ma il rispetto dei tempi non deve avvenire a discapito dei lavoratori e della loro incolumità. C’è da dire che per le organizzazioni sindacali vigilare è tutt’altro che semplice, perché la Protezione civile limita l’accesso degli operatori nei luoghi di lavoro”.
Tra le irregolarità riscontrate ci sono anche la mancanza di ponteggi e parapetti e, addirittura, casi di lavoro nero. Inoltre creano preoccupazione la presenza di numerosi cantieri concentrati in pochi metri, come accade nel centro storico dell’Aquila, e la possibilità di nuove scosse di terremoto, che metterebbero a dura prova le strutture già lesionate sulle quali si sta operando. Ma non sono gli unici problemi: “Una delle nostre richieste – ricorda il numero uno della Filca d’Abruzzo – era quella di far lavorare imprese e operai del posto, rimasti quasi tutti senza lavoro. E invece riscontriamo la presenza di numerose ditte esterne, tranne pochi subappalti, e di pochissima maestranza locale”.
In provincia dell’Aquila ci sono quasi 8mila operai del settore edile in cassa integrazione a seguito della sospensione dell’attività di 1500 aziende. Dal primo momento la Filca-Cisl aveva rivolto un appello al pool di imprese vincitrici dell’appalto per la realizzazione dei lavori, nel quale si ribadiva che l’Aquila, per ripartire, aveva bisogno di nuove opportunità occupazionali piuttosto che di sussidi e assistenzialismo. “Il comparto edile – scriveva la Filca – assorbirà nei prossimi anni la fetta più consistente di investimenti e costituirà il volano dell’economia locale. Il processo di ricostruzione delle città e del suo comprensorio porterà lavoro, occupazione e crescita per le imprese del settore. Tutto questo a patto che nella ricostruzione stessa siano inseriti a pieno titolo i lavoratori dell’edilizia e le imprese del settore che operano in Abruzzo”. Parole inascoltate. E c’è di più, come spiega Pietro Di Natale, segretario generale della Filca aquilana: “L’Inps in molti casi sta ritardando il pagamento dei contributi di Cassa integrazione ed il sussidio agli intestatari di Partita Iva. Dal 6 aprile scorso – denuncia – centinaia di famiglie sono ancora prive di un minimo sostegno economico. Molti di questi lavoratori hanno perso la casa, vivono nelle tende o negli alberghi della costa, in una situazione di precarietà assoluta, senza liquidità. Comprendiamo lo sforzo dell’Inps, che ha dovuto far fronte ad una mole di lavoro enorme, con problemi organizzativi e gestionali. Ma la situazione è davvero insostenibile”.
La Filca-Cisl ha inviato una lettera di sollecito alla Direzione provinciale dell’Inps, nella quale si chiedono l’erogazione immediata della cassa integrazione a tutti i lavoratori e informazioni più dettagliate circa lo stato delle pratiche.

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