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VALLE D’AOSTA, EDILIZIA A PICCO

VALLE D’AOSTA, EDILIZIA A PICCO

“Negli anni della crisi (2009-2013), le imprese attive nel settore delle costruzioni in Valle d’Aosta sono diminuite del 5,2%, con una perdita complessiva di 150 aziende, dato che risulta peggiore della media nazionale (-4,5%). Tuttavia, se le imprese attive nei lavori specializzati hanno tenuto (-2,4%), per le aziende dedite alla costruzione di edifici si registra una vera e propria decimazione (- 9%, 110 attività in meno )”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Filca regionale, Fabrizio De Gattis, nel corso del consiglio generale della categoria.
“La crisi durissima del settore si riscontra soprattutto sul fronte occupazionale.  Negli ultimi 10 anni si sono persi  quasi 1.800 posti di lavoro con un riduzione di quasi un quarto del bacino occupazionale complessivo di settore. La diminuzione degli occupati ha, come in altri contesti regionale, interessato soprattutto la componente dipendente (-15%), rispetto a quella indipendente (-11,7%). Un bollettino di guerra dovuto soprattutto da un calo costante del Volume d’affari. Dal 2008 il settore ha perso il 12,8% del volume d’affari e del 18,3% degli ordinativi. E’ in affanno soprattutto il comparto delle opere pubbliche e del nuovo residenziale. Le quote di fatturato del settore edile in Valle d’Aosta passano dal 35% al 28% per le opera pubbliche e dal 22% al 21% per il nuovo residenziale”, ha detto De Gattis.
“Nel quadro nazionale desolante sul fronte dell’edilizia la Valle d’Aosta purtroppo non fa eccezione”, ha detto il segretario nazionale della Filca, Salvatore Scelfo, chiudendo i lavori. “Nella Regione dal 2004 le risorse destinate agli investimenti sono crollate del 63%, mentre la spesa corrente è rimasta sostanzialmente invariata. Un problema comune alle altre realtà e che sta contribuendo ad affossare il settore, che rappresenta l’11 del Pil nazionale ed il 12% dell’economia valdostana. Per invertire la tendenza, qui come nelle alte regioni – ha aggiunto Scelfo – è necesaria una terapia shock di investimenti sulla salvaguardia del territorio, sull’edilizia scolastica, sulla riqualificazione delle città e dei centri storici e  sulle opere di manutenzione. Infine deve essere individuato al più presto un meccanismo per modificare il patto di stabilità, sbloccando i fondi già stanziati per le piccole opere ed i lavori pubblici già approvati. Tra le altre misure, poi, si dovrebbero rendere operative le direttive europee sui tempi di pagamento (30 giorni), anche per ridurre gli effetti negatisi del cosiddetto “Split payment” che rischia di aggravare la situazione finanziaria delle piccole imprese, che per effetto delle aliquote IVA si troveranno in credito IVA verso lo Stato, con tempi non certi di recupero delle somme”, ha concluso Scelfo.
 
 
 
 
 

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