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SETTORE NAUTICO, E’ CRISI PROFONDA

SETTORE NAUTICO, E’ CRISI PROFONDA

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Anche i ricchi piangono. In tutto il mondo, negli ultimi anni, si è registrato un sensibile calo degli ordini di yacht. A farne le spese soprattutto le realtà produttive italiane, considerate tra le più prestigiose. A snocciolare i dati relativi al comparto della nautica in Italia è l’Ucina, la Confindustria del comparto nautico. Dopo il picco del 2008, negli ultimi anni l’industria nautica italiana ha fatto registrare un sensibile calo del fatturato, che in soli quattro anni (nel periodo 2008-2012) ha perso il 59%. La produzione ha fatto ancora peggio, perché nello stesso periodo è crollata dell’88%, con una forte sofferenza dei piccoli cantieri specializzati sul mercato interno. Nel 2013 gli ordini di yacht di lusso in tutto il mondo sono stati 692, di cui il 39% diretti ad aziende italiane. Ma in soli 4 anni la nostra nazione ha perso il 14% degli ordini, mentre il calo globale è stato molto contenuto, pari al 5%. Eppure il contributo del settore al Pil italiano è di tutto rispetto: nel 2007, l’anno migliore per il settore nautico insieme al 2008, era pari al 3,6%. Cinque anni più tardi, nel 2012, era sceso fino all’1,3%. Il settore nel 2012 contava circa 19mila addetti diretti (che superavano le 90mila unità se si includevano anche l’indotto ed il turismo nautico), con un calo degli addetti del 46% rispetto al 2008. A detta dell’Ucina, infine, il tracollo del settore nautico si è avuto in particolare nel 2012, con l’introduzione della tassa di possesso sulle imbarcazioni da diporto, poi cancellata un anno più tardi, nel 2013, dal decreto governativo ‘del fare’.
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