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RIACE E’ ANCHE CASA NOSTRA!

RIACE E’ ANCHE CASA NOSTRA!

“RIACE E’ ANCHE CASA NOSTRA!”: su “Avvenire” la lettera del segretario generale Franco Turri al direttore, Marco Tarquinio. 
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Il murales realizzato dai partecipanti al Campo scuola

Caro direttore,
Riace è la nostra casa, la casa della Filca-Cisl. Come lo è Srebrenica, in Bosnia, teatro di un terribile genocidio. O Castel Volturno, la cittadina campana martoriata dalla criminalità. Tre località accomunate dalla sofferenza e dalle difficoltà ma anche dal riscatto, dalla rinascita, dalla speranza. Queste cittadine hanno ospitato tre dei numerosi Campi scuola della Filca, un momento di confronto e formazione rivolto a giovani sindacalisti e studenti. Otto anni fa, nel 2010, abbiamo “invaso” la cittadina calabrese del sindaco Mimmo Lucano. In 80, ospiti nelle case dei riacesi, abbiamo avuto modo di constatare con i nostri occhi il grande impegno, la passione, la solidarietà, l’inclusione di questo grande laboratorio sociale.
Oggi su Riace si addensano le nubi di inchieste giudiziarie delicate e di decisioni inaccettabili sulle sorti
Turri a Riace con don Luigi Ciotti

dei migranti. Per le prime ci affidiamo totalmente alla giustizia, che saprà fare luce sulla vicenda. Ma a prescindere dalla sentenza, che ci auguriamo assolverà in pieno Mimmo Lucano, e al netto di ‘pastoie  burocratiche’, resta la validità del modello Riace, un insegnamento per tutti. Soprattutto per gli abitanti di Ventotene, che hanno accettato la chiusura della scuola media pur di non accogliere due famiglie di siriani con tre ragazzi in età scolare. Continuando di questo passo saremo costretti a chiudere l’Inps, visto che oggi i migranti versano molto di più di quanto percepiscono, al contrario di noi autoctoni. A Riace, invece, si è data prova di umanità, di solidarietà, di coraggio. E non serve ricordare i tempi in cui eravamo noi italiani i poveri da accogliere, e abbiamo sempre condannato gli atteggiamenti razzisti… chi non ricorda i cartelli svizzeri “Vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”?
“Tana libera tutti” era lo slogan del Campo scuola

Non serve citare la Dottrina sociale della chiesa, o ricordare leggi e regolamenti che ci impongono di aiutare chi è in difficoltà. Davanti alla richiesta di aiuto dei migranti, di fronte alle mani tese di un bambino in cerca di accoglienza, cibo, conforto, abbiamo solo il dovere, se vogliamo “restare umani”, di ascoltare la nostra coscienza. E se vogliamo aiutarli ‘a casa loro’ (ne sarebbero ben lieti) perché tagliamo i finanziamenti internazionali e gli aiuti alla cooperazione? A quando l’avvio di un grande Piano Marshall dell’Unione europea in favore dell’Africa? In questo modo il contenzioso sarebbe su quali interventi fare prioritariamente, e non su respingimenti, barriere e ricollocazione dei migranti. La storia, anche la nostra, insegna che nessuna barriera può fermare un migrante che fugge dalla fame, dalla guerra, dalla miseria. Nessuna! 
Franco Turri, segretario generale Filca-Cisl

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