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REGGIO EMILIA, DAL 2007 PERSI 30MILA POSTI IN EDILIZIA

REGGIO EMILIA, DAL 2007 PERSI 30MILA POSTI IN EDILIZIA

Continua ad aggravarsi la crisi che attanaglia il mondo dell’edilizia, un settore strozzato dalla mancanza di liquidità e da una estenuante burocrazia lontana dalla vita reale. Dal 2007 ad oggi in provincia di Reggio Emilia si sono persi 30 mila posti di lavoro nel settore. “Occorre fare presto per far ripartire l’edilizia significa far ripartire l’economia e dare nuova speranza ad un settore ‘depresso'”, afferma Salvatore Cosma segretario della Filca Cisl di Reggio Emilia.
“Nelle ultime settimane – prosegue il sindacalista – assistiamo a situazioni paradossali, dove si moltiplicano le aziende che pur avendo dei lavori e in procinto di avviarli e, in alcuni casi, di assumere dipendenti, sono invece costrette a fermarsi per la mancanza di liquidità, fenomeno che da tempo strozza il settore”.
Il sindacalista denuncia una situazione ormai al limite, dove per mesi gli ammortizzatori sociali sono divenuti l’unico modo per dare continuità ai rapporti di lavoro ancora in essere e, ora, con l’arrivo della bella stagione e l’apertura di alcuni cantieri, le aziende sono costrette ad un ulteriore pit stop forzato dovuto ai mancati pagamenti sia delle committenti che degli enti pubblici.
Ormai da mesi si susseguono le dichiarazioni sulle principali testate “si danno i numeri, dello sblocco di svariati milioni per le aziende, ma ad oggi – continua Cosma – continuiamo ad assistere i nostri lavoratori nei tavoli di crisi aziendali, dove si discute su quale ammortizzatore adottare e come rendere meno dolorosa la lenta agonia della perdita dei posti di lavoro”.
“Addirittura alcune aziende sono costrette a ridurre il volume del lavoro, licenziando personale riducendo la forza lavoro al massimo per auto-liquidarsi con la poca liquidità presente nelle casse aziendali, laddove ce ne fosse ancora per evitare procedure concorsuali estreme quali il concordato o il fallimento”.
“E’ una situazione aberrante – continua Cosma- ad oggi l’unico strumento che permette ai lavoratori di avere un minimo di liquidità è l’anticipazione sociale delle banche locali dell’importo che successivamente sarà erogato dall’inps per alcuni ammortizzatori sociali”.
“Ogni giorno – conclude Cosma – dobbiamo calarci nella realtà di un’altra azienda adottare lo strumento più idoneo per tutelare al meglio i lavoratori, sapendo che prima o poi spetta a noi l’arduo compito di comunicare ai dipendenti la perdita del posto di lavoro, anche laddove il lavoro c’è ma si è vittima del sistema creditizio assente e di una ‘burocrazia estenuante’ che blocca milioni di euro tra carte bollate e tardivi proclami, lontani dai bisogni dei lavoratori e dalla disperazione che imperversa nel sociale

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