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RECOVERY, CONFRONTO TRA MINISTRO GIOVANNINI E CISL, FILCA, FIT: “SI ACCELERI SU PNRR E OPERE CANTIERIZZABILI”

RECOVERY, CONFRONTO TRA MINISTRO GIOVANNINI E CISL, FILCA, FIT: “SI ACCELERI SU PNRR E OPERE CANTIERIZZABILI”

“Esprimiamo apprezzamento per il coordinamento tra i ministeri con il quale il Mit sta svolgendo la sua azione : è questa la premessa per far sì che il Piano nazionale di ripresa e resilienza funzioni. Tuttavia va tenuto a mente che il tempo stringe”. È quanto dichiarano Andrea Cuccello, Segretario confederale Cisl, Salvatore Pellecchia, Segretario generale Fit-Cisl ed Enzo Pelle, Segretario nazionale Filca-Cisl, al termine della riunione odierna con il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, sul Pnrr, spiegando che: “Quanto al metodo, il dialogo costante con le parti sociali è la strada giusta, l’unica percorribile se si vuole che il Piano abbia successo. Abbiamo chiesto al Ministro di partire dallo sblocco dei cantieri e di mettere in campo azioni per aumentare la capacità di spesa, che sono la base su cui costruire il rilancio dei trasporti e dell’edilizia. Su quest’ultima abbiamo ribadito il nostro contributo alla svolta green, occasione imperdibile per una economia sociale più giusta e sostenibile. La partenza dei cantieri delle opere pubbliche deve essere ora perché è propedeutica ad innervare la ripresa ed innesca un circuito virtuoso che genera nuovi posti di lavoro vero, necessari per ridare certezza e fiducia alle persone ed al paese. Avanti con il blocco dei licenziamenti fino a fine pandemia e che la campagna di vaccinazione sia estesa urgentemente ai lavoratori di trasporti ed edilizia che per lo più non possono lavorare in smart working e quindi sono più a rischio contagio di altre categorie”.
Proseguono Cuccello, Pellecchia e Pelle: “Durante la riunione abbiamo posto anche il tema di Alitalia, chiedendo che l’intero settore del trasporto aereo, essendo strategico per la ripresa economica del Paese, trovi a pieno titolo cittadinanza nel Pnrr. Abbiamo ribadito che comportamenti europei penalizzanti solo per l’Italia sono inaccettabili. Dire che prima della pandemia le altre grandi compagnie aeree europee erano in attivo non è una ragione valida per penalizzare Alitalia che era in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017. Chiedere la partenza di una nuova compagnia senza il brand Alitalia, con la metà della flotta e personale e slot sufficienti a competere in un mercato agguerrito come quello del trasporto aereo italiano e globale è di fatto condannare l’azienda ad andare al tappeto prima ancora che il round cominci, visto quanto è difficile il mercato nazionale e mondiale del trasporto aereo. Per il trasporto pubblico locale abbiamo evidenziato che serve una riforma per un sistema che negli anni si è dimostrato nel complesso poco efficiente o efficace, con più di mille aziende: una parcellizzazione di questo tipo non consente economie di scala né il rafforzamento di imprese competitive con i player stranieri che entrano nel nostro mercato anche in condizioni di non reciprocità con i paesi da cui provengono. L’acquisto di nuovi mezzi di trasporto ecologici per ringiovanire il parco è sicuramente un primo passo ma insufficiente a coprire il fabbisogno e più in generale a rilanciare il settore. In ogni caso occorre una visione industriale che preveda che i nuovi bus, in special modo per la parte tecnologica, siano costruiti e assemblati in Italia. Nel trasporto ferroviario va bene quanto si sta già facendo, ma c’è l’esigenza di far partire l’autostrada viaggiante lungo la linea adriatica per cui servono da un lato aiuti a fondo perduto alle imprese ferroviarie perché comprino, in Italia, i carri per il trasporto degli autotreni e autoarticolati, che va assolutamente potenziato, come ci chiede la Ue, in un’ottica di sviluppo green, e dall’altro lato compensazioni per il gestore dell’infrastruttura, a parziale copertura dell’extra-costo generato dallo strutturale disavanzo costi-ricavi, che deve gestire il traffico”.
“Nel corso dell’incontro è emersa la necessità di mettere in parallelo le fasi di autorizzazione degli appalti, che invece adesso sono in sequenza. Si tratta di una nostra vecchia proposta che consentirebbe un significativo risparmio di tempo”. Concludono Cuccello, Pellecchia e Pelle: “Sempre in tema di infrastrutture abbiamo posto l’accento sull’urgenza di intervenire sulla rete idrica nazionale, che è notoriamente un colabrodo, con gravissimi danni al Paese. Abbiamo anche posto come emergenziale il tema dei rifiuti, troppo a lungo trascurato a livello nazionale: è il momento di una netta conversione di rotta per costruire un sistema industriale che preveda tutte le tecnologie disponibili, termovalorizzazione compresa, soprattutto al Centro-Sud, per uscire una volta per tutte dalle continue emergenze e per sottrarre un business molto redditizio alle mafie, in modo che la collettività ne benefici sia dal punto di vista ambientale che economico”.

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