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PANTO DI TREVISO, SCIOPERO A OLTRANZA DEI 118 DIPENDENTI

PANTO DI TREVISO, SCIOPERO A OLTRANZA DEI 118 DIPENDENTI

Sciopero a oltranza da questa mattina per i 118 dipendenti della Panto. Operai e impiegati reclamano gli ultimi tre mesi di stipendio e metà della tredicesima, ma anche certezze sul loro futuro e su quello della storica azienda di serramenti di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso. Lo sciopero è stato proclamato questa mattina al termine di un’assemblea sindacale con tutti i lavoratori, nel corso della quale le parti sindacali hanno illustrato l’esito dell’incontro avvenuto poco prima con l’amministratore delegato della Panto.
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Lo scorso luglio – sottolinea Francesco Orrù, segretario generale della Filca Cisl di Treviso – abbiamo incontrato la proprietà dell’azienda: in quell’occasione, aveva assicurato che avrebbe rifinanziato l’impresa entro la fine di luglio. Questa mattina, nel corso dell’incontro formale con l’amministratore delegato della Panto, le parti sindacali hanno chiesto notizia sugli arretrati e sul piano industriale per rilanciare l’azienda, ma non ci è stata data nessuna risposta. Di fatto, le promesse fatte dalla proprietà non sono state mantenute”.
Informati i lavoratori del nulla di fatto, la decisione è stata unanime: sciopero a oltranza, con presenza in azienda in assemblea permanente. Dipendenti e sindacati hanno dato vita a un presidio fino alle ore 17. Domani si replica, dalle 8, dopodomani idem”.
Siamo pronti – prosegue Orrù – a interrompere lo sciopero non appena arriveranno risposte concrete e accettabili sul futuro dei lavoratori e dell’impresa stessa.E siamo seriamente preoccupati per i lavoratori, per le loro famiglie, per l’indotto e per il territorio. I lavoratori, dall’inizio dell’anno fino ad oggi, hanno dimostrato la massima disponibilità perché hanno continuato a lavorare anche se non venivano pagati: hanno dato dimostrazione di grande attaccamento all’azienda, il cui fatturato è passato dai 13 milioni del 2011 agli 8/9 milioni con cui chiuderà il 2012. Ma dopo tre mesi di lavoro gratis, molti non sanno più come pagare il mutuo né hanno i soldi per la benzina per raggiungere la sede di lavoro. La Filca Cisl sta con i lavoratori: non li lasceremo soli finché questa vicenda non si chiuderà positivamente”.

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