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MATERA, RISCHIO LIQUIDAZIONE PER LA “NICOLETTI”

MATERA, RISCHIO LIQUIDAZIONE PER LA “NICOLETTI”

Matera
Preoccupazione per i 430 lavoratori dell’azienda e gli oltre 2.000 dell’indotto
Aria di crisi alla “Nicoletti” di Matera, azienda del distretto del mobile imbottito. I vertici dell’azienda hanno annunciato la messa in liquidazione della società, produttrice di divani da oltre 40 anni e nella quale sono occupati 430 lavoratori, con un indotto che interessa altri 2.000 addetti. La crisi è stata resa nota nel corso di un incontro all’Ufficio Gestione Vertenze delle Crisi Aziendali, presso il Ministero dello Sviluppo economico. Al vertice erano presenti le Rsu aziendali, i livelli nazionali, regionali e territoriali dei sindacati di categoria Filca Cisl, Feneal Uil, Fillea Cgil e la Direzione aziendale. Contemporaneamente i lavoratori dell’azienda, giunti a Roma con diversi pullman, hanno tenuto un presidio. “Nel distretto del salotto – osserva Paolo Acciai, segretario nazionale della Filca e responsabile del settore – passiamo da un’emergenza all’altra. Pochi giorni fa abbiamo chiuso la vertenza del Gruppo Natuzzi, con la proroga della Cassa integrazione per altri 12 mesi. Adesso ci troviamo a fronteggiare la crisi di un altro grande nome, in grosse difficoltà”. La “Nicoletti” ha infatti chiesto la procedura di liquidazione volontaria non essendo in grado di ricapitalizzare la società, che si trova con un debito esponenziale superiore al capitale sociale. I fattori che hanno portato a questo dissesto finanziario sono stati, come ha ammesso lo stesso titolare, la mancata ristrutturazione dell’azienda (i vertici hanno sempre sperato in una inversione del trend negativo), l’aumento dei costi energetici ed i costi dei trasporti, che incidono per il 22% nel costo finale del prodotto. “La Nicoletti – prosegue Acciai – ha chiesto di poter costruire un ‘Accordo di Programma Quadro’ tra Regione Basilicata e Ministero dello Sviluppo economico, al fine di offrire contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati a quelle aziende che volessero insediarsi nel sito industriale di La Martella, in provincia di Matera, tramite l’acquisto di porzioni del capannone di loro proprietà. Secondo il piano presentato dalla ‘Nicoletti Spa’ l’accordo dovrebbe prevedere sgravi contributivi per tutti i dipendenti assunti da altre imprese. L’azienda inoltre chiede di poter beneficiare delle legge 266/97 in quanto il management, insieme ad altri soci del settore, potrebbe avviare un ramo aziendale nel settore dell’assemblaggio e dell’imballaggio dei mobili. Per adesso – secondo il segretario della Filca – abbiamo condiviso l’impegno di richiedere subito l’incontro con la Regione Basilicata per l’iter di avvio della Cassa Integrazione che consenta un sostegno economico a tutti i dipendenti che già da oggi non sono più operativi, anche se nel corso della riunione tra il management della ‘Nicoletti Spa’ non è stato chiaro se la richiesta di Cigs deve essere avviata per ristrutturazione, per crisi o per cessazione di attività. Si tratta di differenze di non poco conto perché si vanno a modificare i passaggi di accettazione del provvedimento. C’è poi da capire – prosegue Acciai – cosa intende fare l’azienda nel futuro: dichiara che 382 dipendenti potrebbero costituire una cooperativa con sostegno pubblico per una attività di assemblaggio che, guarda caso, dovrebbe essere uno dei settori in cui il management chiede finanziamenti”. Acciai non risparmia critiche anche al Distretto Industriale Lucano: “Fino ad oggi si è limitato a chiedere finanziamenti pubblici e ben poco ha fatto in attività di ricerca, di coesione tra imprese, di proposte e progetti utili al rilancio del settore. Mi auguro che l’azienda presenti un piano definitivo che contenga le reali intenzioni, perché sappiamo tutti che la liquidazione volontaria non vuol dire necessariamente cessazione di attività”.

Vanni Petrelli

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