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L’EVOLUZIONE (DIGITALE) DELLA SPECIE

L’EVOLUZIONE (DIGITALE) DELLA SPECIE

(Articolo pubblicato su Conquiste del Lavoro di sabato 12 ottobre)
Guglielmo Marconi? Più attuale che mai. Chi aveva previsto il declino o addirittura la fine della radio e della televisione, frutto delle intuizioni dell’inventore italiano classe 1874, si è sbagliato di grosso. A detta dell’11° Rapporto del Censis sulla comunicazione, infatti, radio e tv si confermano strumenti di massa: la prima, però, viene ascoltata sempre di più con i telefoni cellulari; la seconda vede crescere le ‘nuove televisioni’, come le satellitari, la web tv e la mobile tv. Come a dire: la tradizione resta, ma ‘rivisitata’ dalle tecnologie, proprio quelle che avrebbero dovuto decretare la fine dei mezzi di comunicazione più datati. Come ogni anno il Censis offre uno spaccato puntuale e fedele dello stato della comunicazione in Italia, importante perché ci consente di monitorare una dimensione della vita sociale che ha una grande influenza sui modelli di comportamento delle persone.
I dati che emergono sono davvero interessanti: oltre alla conferma di radio e tv è evidente il boom di internet e dei social network, la lenta ripresa dei libri e la difficoltà della carta stampata. Sfogliando le 203 pagine del Rapporto scopriamo che restano enormi distanze tra i consumi mediatici dei giovani e degli anziani, che ci si collega ad internet principalmente per recuperare informazioni su aziende, prodotti e servizi, che scarichiamo app in gran quantità e che le aziende tendono sempre di più a costruire un’immagine aziendale 2.0 che passi attraverso un’articolata presenza del brand sul web. Paradossale, infine, l’elevata diffusione degli ultimi modelli di smartphone, per nulla economici, tra i giovani che dichiarano di essere senza impiego. La dimostrazione che i cellulari sono considerati un bene di prima necessità, al quale non si rinuncia a costo di grossi sacrifici economici, e che l’esclusione dal mondo del lavoro, in alcuni casi, è compensata da una frenetica attività nella ‘digital life’. Fenomeno discutibile che merita una profonda riflessione.
Radio e tv, fascino intramontabile
La televisione è guardata dal 97,4% della popolazione italiana. Si rafforza il pubblico delle nuove televisioni: +8,7% di utenza complessiva per le tv satellitari rispetto al 2012, +3,1% la web tv, +4,3% la mobile tv. I dati sono ancora più elevati tra i giovani: il 49,4% degli under 30 segue la web tv e l’8,3% la mobile tv. Il telegiornale resta il modo preferito per informarsi: lo guarda l’86,4% della popolazione. La radio è ascoltata abitualmente dall’82,9% degli italiani, nonostante un lieve calo dell’uso dell’autoradio. In forte crescita (+5,4%) l’ascolto per mezzo dei telefoni cellulari.
Cellulari, che passione
L’uso dei cellulari continua ad aumentare (+4,5%) soprattutto grazie agli smartphone sempre connessi in rete (+12,2% in un solo anno). I telefonini si collocano in cima alla classifica dei media più diffusi (86,3%), caratterizzandosi per la loro poliedricità: effettuare telefonate è solo una delle tante funzioni a disposizione.
Internet, (quasi) tutti nella rete
Naviga abitualmente il 63,5% degli italiani. Il dato sale tra gli under 30 (90,4%), tra le persone più istruite, diplomate o laureate (84,3%), e per i residenti nelle città con più di 500mila abitanti (83,5%). Nella fascia 65-80 anni, invece, ‘finisce nella rete’ solo 1 italiano su 5. L’adsl è il tipo di connessione a internet più diffuso, il wifi cresce notevolmente (40,9%, tra i giovani il 46,7%) e la connessione mobile ha ormai raggiunto una quota significativa (23,5%). In forte crescita anche la diffusione dei tablet.
Social, che boom
I social network continuano a crescere. È iscritto a Facebook il 69,8% delle persone che hanno accesso a internet (erano il 63,5% lo scorso anno), che corrispondono al 44,3% dell’intera popolazione e al 75,6% dei giovani. YouTube arriva al 61% di utilizzatori (pari al 38,7% della popolazione complessiva e al 68,2% dei giovani). E il 15,2% degli internauti (pari al 9,6% degli italiani) usa Twitter.
Libri e giornali, luci ed ombre
Dopo la grave flessione dello scorso anno i libri registrano un confortante +2,4% di lettori, benché gli italiani che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno sono solo il 52,1% del totale. Gli e-book arrivano a un’utenza del 5,2% (+2,5%). Continua, invece, l’emorragia di lettori dei quotidiani (-2%, il 43,5% degli italiani), che restano l’unico caso in cui l’utenza giovanile è ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni. Calano anche la ‘free press’ e i settimanali, stabili i mensili ed i quotidiani online. In crescita, neanche a dirlo, gli altri portali web di informazione.
Insomma, l’evoluzione della specie è sempre più digitale, per citare il titolo del Rapporto. Stare al passo con i cambiamenti è indispensabile, e il sistema-Cisl ‘sta sul pezzo’: il quotidiano Conquiste del Lavoro, la web tv Labor Tv, i siti della Cisl e di Conquiste, la presenza sui social network dimostrano la capacità della confederazione, ma anche delle strutture Cisl a tutti i livelli, di comunicare e interloquire. Senza mai dimenticare, però, che il rapporto diretto con i lavoratori è insostituibile. Anche se sono su Facebook!
 

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