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LA FORMAZIONE, LINFA VITALE PER LA PRIMA LINEA DEL SINDACATO

LA FORMAZIONE, LINFA VITALE PER LA PRIMA LINEA DEL SINDACATO

PesentiUn percorso lungo ed impegnativo utile a conoscere meglio se stessa, a studiare i mutamenti nei luoghi di lavoro, nelle famiglie dei lavoratori e nella società in generale. Insomma, un modo efficace per migliorare ulteriormente la propria azione sindacale e sociale. E’ questo l’obiettivo che la Filca-Cisl ha raggiunto con “Reset”, la ricerca a cura di Ivo Lizzola, Silvia Brena e Roberto Scotti, che ha preso forma nel libro “Un sindacato che cambia – Una ricerca-azione nel settore dell’edilizia“, edito nel 2013 da Franco Angeli e presentata già nel 2011 nel corso della Conferenza dei soci e dei delegati della Filca, a Genova. Oggi, nel corso del seminario “Quale formazione per un sindacato chiamato al cambiamento?”, gli autori della pubblicazione, insieme ad Aldo Carera, Domenico Pesenti, Augusto Cianfoni e Salvatore Scelfo, hanno nuovamente puntato il riflettore sul sindacato che cambia, sulla Filca e sull’azione formativa da mettere in pratica.
“Il sindacato è obbligato a ridefinirsi – ha detto Silvia Brena, formatrice, consulente e ricercatrice – perché le aspettative dei lavoratori sono diverse, sono cambiate radicalmente negli ultimi anni. Per questo la Cisl e la Filca hanno fatto molto bene a riorganizzarsi. La ricerca – ha sottolineato – ha evidenziato come l’azione della Filca si caratterizzi per l’ascolto e la Lizzolapartecipazione”. Per Roberto Scotti, direttore della scuola nazionale di formazione “Pino Virgilio della Filca, “Oggi non c’è più la soluzione universale, ma ogni volta bisogna trovarne una specifica. Ci troviamo di fronte ad una serie di sfide: organizzativa, formativa, professionale, per el quali è opportuno lavorare sulle quattro ‘R’ dell’agire possibile, vale a dire la ragione, la relazione, le rete e le regole”. “Perché un lavoratore dovrebbe iscriversi ad un sindacati?”, ha chiesto provocatoriamente Aldo Carera, docente presso l’Università Cattolica di Milano. “Perché ha bisogno di emancipazione”, la sua risposta. “La classe dirigente del sindacato è formata da qualsiasi sindacalista, a qualsiasi livello. Il sindacato rappresenta un percorso per migliorarsi. Il successo della Cisl inizia negli anni ’50, con una forte azione sul territorio, per dare un senso umano al lavoro”.
Cianfoni, segretario generale della Fai, nel corso del suo intervento ha ribadito che “Una democrazia senza sindacato e corpi intermedi è debole e fragile. Anche nel sindacato bisogna recuperare il valore politico e culturale della sussidiarietà. L’unificazione di Fai e Filca funzionerà se avrà come architrave la formazione, che è vera linfa vitale per la prima linea”. Per il segretario nazionale della Filca-Cisl con delega alla Formazione, Salvatore Scelfo, “La formazione rappresenta un momento fondamentale dell’impegno sindacale, ed assume un ruolo importante nei processi di cambiamento. Attraverso la rappresentanza e le nuove forme di contrattazione si possono aumentare ulteriormente le tutele degli associati. La nuova formazione deve valorizzare il capitale umano ed investire sui giovani, sui lavoratori stranieri, sulle donne. La ricerca ha evidenziato le difficoltà del momento e l’esigenza di un nuovo modello di formazione”.
Per Lizzola, docente presso l’Università di Bergamo, “Bisogna ascoltare i delegati non solo nei riti associativi, e fare tesororeset delle loro competenze ed esperienze. Bisogna legare la cassa integrazione ad interventi formativi, altrimenti rischia di ridursi a mero assistenzialismo”. Nelle conclusioni il segretario generale della Filca, Domenico Pesenti, ha detto che “L’intuizione della ricerca ‘Reset’ è il rendere protagonisti i delegati, la prima linea del sindacato. Per la Filca e la Fai la rappresentanza è sempre stata debole: la bilateralità è nata x dare maggiore tutela ai lavoratori. Grazie alla formazione possiamo continuare ad essere protagonisti nel sociale e metterci al servizio dell’associato. Chi lavora a tempo pieno nel sindacato non deve dimenticare di essere un dipendente dei lavoratori. Se vogliamo star bene singolarmente dobbiamo fare in modo che stia bene tutta la comunità. Individualismo è dannoso Dobbiamo recuperare il valore del lavoro e della persona. La Cisl è l’unica forza a parlare di questi temi. Se ci assumeremo le responsabilità saremo interlocutori utili. La Cisl lo fa!”.
 

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