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JOBS ACT E RUOLO DELLE PARTI SOCIALI

JOBS ACT E RUOLO DELLE PARTI SOCIALI

Non uno scontro, ma la rivendicazione di un ruolo. E’ questo che sta all’origine della dialettica tra governo e parti sociali in questi giorni e tanto più all’indomani della fiducia ottenuta al Senato sul Jobs Act.
Oggi una nuova occasione di confronto l’ha fornita l’assemblea di Rete Imprese Italia, alla quale, tra gli altri, hanno partecipato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ed il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
Poletti è tornato dunque sul tema della concertazione per ribadire la sua posizione al riguardo. “La concertazione come sviluppo di una discussione e condivisione di responsabilità in alcuni frangenti è stata utile e non credo sia il diavolo”, ha detto, ma quando, “molte volte, è stata la maniera per far finta di avere colpa di tutti e colpa nessuno” è “un male per il paese”, ed “è bene che ognuno si prenda la propria responsabilità”.
Un punto di vista condiviso da Bonanni. “La concertazione come la descrive Poletti mi vede strad’accordo. La concertazione non è un posto dove mi convocano per dire sì o no, la concertazione vuol dire che si condivide una strada per il bene comune e ognuno si prende il suo carico”, ha detto rispondendo alla domanda di un giornalista. “Detto questo, comunque ci deve essere confronto, rispetto”, ha sottolineato Bonanni. “Se le istituzioni vogliono essere rispettate devono rispettare le rappresentanze a meno che le vogliano eliminare, ma a quel punto siamo su un altro piano ed un piano molto inclinato e molto discutibile”.
Nel pomeriggio, intervendo ad un convegno dell’Usigrai, Bonanni è stato ancora più drastico. “Se il governo vuol continuare a sfuggire dal dialogo lo faccia pure, ma sappia che così sfascia il Paese”. Per poi aggiungere: “La concertazione non ci interessa se viene un premier o un sindaco a fare il maestrino e dirci cosa fare. C’è però una rincorsa ai populismi più assurdi”.
Più soft, ma dello stesso avviso il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi. “Noi non siamo particolarmente affezionati alla parola concertazione, nè ai riti che la stessa richiama. Non ricerchiamo inviti nè a questo nè a quel tavolo”, ha detto Venturi nel corso della relazione all’assemblea dell’associazione. Invece, ha aggiunto, “vogliamo costruire soluzioni utili alle imprese” e “la priorità è il riconoscimento di questo ruolo”. Venturi ha quindi rivendicato il peso dei suoi associati nel tessuto produttivo italiano. Le Pmi italiane con 12 milioni di addetti “superano l’occupazione creata dalle grandi imprese tedesche e danno vita a più posti di lavoro di quanti ne offrano le grandi imprese italiane, francesi e spagnole messe insieme”, ha sottolineato.
Ma siccome il problema è che posti di lavoro se ne creano sempre meno, la discussione è anche su quanto il decreto lavoro potrà o meno incidere sulla ripresa dell’occupazione. Il resto sono chiacchiere.
(dal sito di Conquiste del Lavoro)

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