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FOGGIA, VICENDA A LIETO FINE PER I LAVORATORI DI INSIDE E BOLICI

FOGGIA, VICENDA A LIETO FINE PER I LAVORATORI DI INSIDE E BOLICI

C’è voluto un estenuante e intenso lavoro di squadra tra sindacati e istituzioni, ma alla fine la vicenda dei 110 dipendenti della Inside Srl e della Bolici Srl ha avuto un epilogo positivo. “I lavoratori – spiega Urbano Falcone, segretario generale della Filca-Cisl di Foggia – dopo mesi di inattività produttiva della Inside e della Bolici, affittuaria del ramo d’azienda della Inside, erano stati letteralmente abbandonati dalle aziende, che non avevano provveduto a collocarli in mobilità con indennità, creando una situazione di forte disagio sociale per 110 famiglie del territorio. Grazie al lavoro di Filca, Feneal e Fillea, all’unità dei lavoratori e all’intervento delle istituzioni siamo riusciti a garantire ai lavoratori un loro diritto, vale a dire la collocazione nelle liste di mobilità con corresponsione di una indennità ordinaria di ufficio”.
A sbrogliare la matassa e dare una boccata d’ossigeno ai dipendenti delle due aziende, che producevano arredi in legno per nautica, ci ha pensato un accordo sottoscritto presso la prefettura foggiana, intesa alla quale hanno contribuito i sindacati, il prefetto, i sindaci dei due comuni interessati (Manfredonia e Monte Sant’Angelo) e rappresentanti di Inps, Assessorati regionali e provinciale al welfare, Task force regionale per l’occupazione e Direzione territoriale del lavoro. Un vero cartello in grado, ciascuno per il proprio ambito di azione, di affrontare la vicenda ma soprattutto di giungere in tempi rapidi alla sua soluzione. Un esempio che può valere anche per altre situazioni analoghe.
“Le organizzazioni sindacali – aggiunge Falcone – sono davvero soddisfatte per l’accordo, ma quello che auspichiamo è la ripresa del sistema produttivo dell’intera Capitanata, in modo da non disperdere e non dimenticare le professionalità altamente specializzate e le tecnologie e innovazioni presenti nel sito produttivo del comparto d’area di Manfredonia, ora abbandonato”.

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