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FISCO: BENE LA RIDUZIONE DELLE TASSE, MA SERVE ANCORA PIU’ EQUITA’

FISCO: BENE LA RIDUZIONE DELLE TASSE, MA SERVE ANCORA PIU’ EQUITA’

Il fisco italiano continua a produrre diseguaglianze. O comunque non aiuta ad attenuarle. E’ quanto emerge da una ricerca presentata stamane dalla Cisl. A parità di reddito, sostiene l’indagine “un pensionato che percepisce dai 10 ai 26 mila euro, sopporta in media un’aliquota Irpef del 5% più alta rispetto a quella pagata da un lavoratore dipendente”. La differenza la fa il bonus fiscale di 80 euro che crea una discriminante “tra lavoratori dipendenti da un lato, pensionati e autonomi dall’altro”, ma anche “tra lavoratori dipendenti con reddito al di sotto, o subito al di sopra, della soglia di 26 mila euro”. Non solo. “Anche i lavoratori dipendenti con reddito immediatamente a ridosso dell’area bonus (classe di reddito 26-29 mila euro) – continua la ricerca realizzata dal sindacato sui dati dei contribuenti che si sono rivolti al Caf della Cisl – pagano un’aliquota il 5% maggiore di coloro i quali rientrano nell’ultima classe dell’area bonus”. In questo modo, tra i lavoratori dipendenti si produce “una disuguaglianza verticale”, sottolinea lo studio della Cisl. Disuguaglianza peraltro eliminata solo in parte dall’abolizione della Tasi sulla prima casa. Secondo il sindacato, infatti, il taglio dell’imposta sulla prima casa “favorisce i contribuenti a reddito medio e medio alto (in particolare, quelli che superano i 35/40 mila euro l’anno) e i pensionati”.

20151215_122649Dai contenuti di una ricerca della Cisl (clicca qui per scaricare la sintesi) presentata ieri a Roma alla presenza del segretario confederale Cisl, Maurizio Pertriccioli e della segretaria generale, Annamaria Furlan, sono emersi alcuni importanti risultati che meritano una seria riflessione. “Il governo ha ridotto le tasse ma, “non in modo sufficiente e non in modo equo”. E’ quanto ha affermato la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan durante la presentazione della ricerca della Cisl e del Caf nazionale sui dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che nel 2015 si sono rivolti ai centri di assistenza fiscale della Cisl per l’esercizio 2014. Per Furlan è necessario superare “la logica dei bonus” per affrontare invece una riforma strutturale del sistema fiscale. Dalla ricerca è infatti emerso che vi sono famiglie che riescono ad accumulare dai 2 ai 4 bonus,mentre i pensionati non ne usufruiscono: questo crea disuguaglianze che andrebbero superate ed ha riconosciuto che la detassazione della contrattazione di secondo livello, così come l’abolizione delle tasse sulla prima casa, rappresentano scelte positive ma che “la battaglia e’ ancora lunga e noi continueremo a farla” per dare al Paese un sistema equo. “L’alleggerimento fiscale e’ positivo e a differenza degli anni passati si può veramente dire che le tasse sono state abbassate ma il percorso per recuperare l’equità e rendere sistematica la riforma e’ ancora lungo”. Sulla riforma del modello contrattuale Cgil, Cisl e Uil hanno fatto “passi avanti”, ha dichiarato a margine di una conferenza stampa, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, annunciando che i sindacati confederali arriveranno “in tempi brevissimi” a presentare la loro proposta. “Stiamo davvero lavorando con grande serieta’ , la riforma del modello contrattuale e’ per noi la priorita’”. In merito alla proposta di statuto dei lavori avanzata dalla Cgil, Furlan ha evidenziato che “ogni organizzazione decide in autonomia scelte e percorsi. La Cisl ha detto con chiarezza cosa andava bene e cosa no del jobs act: siamo ai tavoli di contrattazione e vogliamo vedere cosa si può recuperare”.

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