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FESTA DELLE DONNE, MAI PIU’ VIOLENZE

FESTA DELLE DONNE, MAI PIU’ VIOLENZE

E’ un 8 marzo tra luci e ombre quello che si celebra oggi in Italia: se infatti le donne continuano a vivere ogni giorno sulla loro pelle il dramma della violenza e dei femminicidi, è anche vero che tra pochi giorni un folto drappello di neoelette farà il suo ingresso in Parlamento, dove la percentuale di donne è schizzata da percentuali risibili (intorno al 20%) a cifre più dignitose e in linea con i migliori standard europei (31%).
Stamattina al Quirinale la consueta cerimonia per la Giornata internazionale della donna, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Prenderanno la parola il ministro del Lavoro con delega alle Pari Opportunità, Elsa Fornero e il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Nel corso della cerimonia verranno consegnate le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e gli Attestati d’Onore di Alfiere della Repubblica.
Tante le iniziative che in tutta Italia segneranno anche quest’anno l’8 marzo. A eccezione di Perugia, dove tutte le manifestazioni sono state sospese dopo quanto accaduto ieri negli uffici della Regione, dove un imprenditore ha ucciso due donne e si è poi tolto la vita. E proprio oggi un sondaggio di Eurobarometro rende noto che è proprio l’Italia il Paese europeo dove maggiormente la crisi economica ha portato con sè un aumento della violenza contro le donne.
Alle donne vittime di violenza la Rai dedica la giornata illuminando di rosa i principali palazzi dei suoi Centri di produzione a Milano, Torino, Roma e Napoli. E perfino l’associazione dei produttori florovivaisti dedica quest’anno un mazzo di mimosa a tutte le donne uccise dalla violenza e dall’egoismo dell’uomo. Le maggiori associazioni, dall’Ande (associazione nazionale donne elettrici) a Se non ora quando, organizzano e partecipano a eventi e manifestazioni su tutto il territorio nazionale. Spiccano tra gli altri una tavola rotonda a Milano sulla violenza contro le donne, alla quale partecipano la filosofa Marina Calloni, il magistrato Fabio Roia e la criminologa Francesca Garbarino; un flash mob, sempre contro la violenza, organizzato dalle donne dei partiti dell’XI Municipio di Roma, dove verranno letti i nomi delle vittime di femminicidio del 2013. L’8 marzo sarà festeggiato anche dalle cento soldatesse italiane in missione in Afghanistan, ma continuando a svolgere le consuete attività.
Tante le iniziative anche promosse dai sindacati. “La Cisl per la Giornata Internazionale delle Donne, pone quest’anno l’accento sulla prevenzione ed il contrasto ad ogni forma di violenza perpetrata nei loro confronti”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Liliana Ocmin, alla vigilia dell’ 8 marzo. ” Proprio quando in Italia e nel mondo si stanno svolgendo migliaia di iniziative per celebrare l’ 8 marzo dedicato quest’anno al contrasto della violenza sulle donne- continua Ocmin- ieri venivano uccise a Perugia, mentre erano intente a svolgere il proprio lavoro, Daniela e Margherita. La Cisl tutta ed Il Coordinamento Nazionale Donne Cisl esprime solidarietà e cordoglio alle loro famiglie e si unisce al lutto cittadino ed allo sciopero proclamato da Cgil Cisl e Uil regionali.
Come Cisl, per evitare che si ripetano gesti estremi, frutto di un così profondo malessere sociale che va a colpire i settori più deboli della nostra società, riteniamo necessaria, ora più che mai, una task force che veda l’impegno di tutta la società civile e delle Istituzioni per fare un’azione efficace di prevenzione e contrasto al fenomeno, di protezione e tutela delle vittime, di rieducazione dei violenti e di promozione della “cultura di genere”. “Nostro obiettivo- conclude Ocmin- è ribadire che il femminicidio non è un fatto privato del mondo femminile ma un fenomeno che tocca noi tutti, perché la violenza sulle donne uccide anche la nostra dignità”.
Non bisogna dimenticare, infine, le “nuove italiane”: venti ragazze figli di immigrati ma nate in Italia, accompagnate dalle loro donne-sindaco provenienti da tutta Italia, depositeranno una corona di mimosa e alloro sul Sacello del Milite Ignoto dell’Altare della Patria, simbolo della Repubblica Italiana. Una iniziativa simbolica della Fondazione Nilde Iotti e dell’Anci, che rivolgono così un appello agli eletti del nuovo Parlamento perché‚ approvino subito una legge di riforma della cittadinanza per consentire a chi nasce e cresce in Italia di essere italiani.
Rimane critica la presenza delle donne ai vertici dei posti di comando. C’è appena il 10,2% di donne nei Cda delle società quotate nei 27 paesi dell’Unione, mentre il 97,6% dei ‘Ceò è uomo. Sono dati di uno studio diffuso dalla Commissione Ue in cui si rileva che motori del cambiamento sono i paesi con quote rosa imposte per legge. Il caso Italia viene portato ad esempio, osservando che – dopo l’approvazione della legge luglio 2011 – la presenza di donne nei board è quasi raddoppiata in 12 mesi dal 5,6% di ottobre 2011 all’11,0% di ottobre 2012. Secondo uno studio, la Commissione fa distinzione tra membri esecutivi e non esecutivi nei board. È con riferimento a quest’ultima figura che la vicepresidente e responsabile europea per la Giustizia, Viviane Reding, ha presentato una proposta di direttiva che vuole imporre nei 27 paesi dell’Unione una quota del 40% “per il sesso sotto rappresentato” nei board delle società quotate e in quelle a partecipazione pubblica.
Prendendo in considerazione i membri non esecutivi dei board, la media europea di presenze femminile è al 16,8%, in linea con quella degli Stati Uniti. L’Australia si attesta al 15%, il Canada al 10%, la Cina al 9%, India. Russia e Brasile al 5% ed il Giappone all’1%. La situazione italiana è molto migliorata quando si prendono in considerazione appunto gli amministratori non esecutivi, mentre resta ancora ferma al 3,9% la presenza di consiglieri d’amministrazione esecutivi, secondo peggior dato in Europa dopo l’Ungheria (2,5%). All’altro capo della scala, Romania (30,5%), Lettonia (21,9%), Irlanda (20,0%) e Svezia (19,3%). Tra i grandi paesi europei, la Germania ha il 7,2% di donne tra i membri esecutivi, la Francia l’8,4%, il Regno Unito l’11,1%.
A livelli internazionale, inoltre, rimane critica la situazione delle donne in molti paesi. I responsabili di FAO, IFAD, PAM e IDLO (Organizzazione per il Diritto dello Sviluppo) hanno fatto una dichiarazione congiunta in occasione della giornata internazionale della Donna. Nel documento José Graziano da Silva, Direttore Generale, FAO; Kanayo F. Nwanze, Presidente, IFAD; Ertharin Cousin, Direttore Esecutivo, PAM; Irene Khan, Direttore Generale, IDLO, affermano che “la comunità internazionale vuole celebrare, quest’anno, la Giornata Internazionale della Donna, ponendo l’accento sui modi per prevenire ed eliminare tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze”. Nonostante il ruolo fondamentale delle donne, che producono cibo e sfamano le proprie famiglie, ancora troppa poca attenzione viene data al rapporto tra donne, violenza e sicurezza alimentare. La discriminazione di genere incrementa la malnutrizione delle donne e ostacola la loro forza e il loro potere. Molto spesso, pratiche discriminatorie nelle comunità rurali generano pregiudizi nella distribuzione del cibo nelle famiglie, con le donne e le ragazze che, di solito, hanno accesso ad una quantità minore e meno nutriente di cibo.
Nei paesi in via di sviluppo, le donne rappresentano oltre il 40 per cento della forza lavoro in agricoltura. Un miglioramento dell’uguaglianza di genere nell’accesso agli strumenti agricoli (quali sementi, attrezzature, fertilizzanti), all’istruzione e ai servizi pubblici darebbe un contributo fondamentale al raggiungimento della sicurezza alimentare e ad una migliore nutrizione per tutti. “Dare potere alle donne e alle ragazze, da un punto di vista legale ed economico, – dice L’ONU – crea opportunità di sviluppo, rafforza politicamente la loro voce e riduce la loro vulnerabilità alla violenza. La sicurezza alimentare è un filo che collega i diversi elementi necessari alla costruzione di un futuro di pace e giustizia per le donne”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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