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DDL LAVORO, VIA LIBERA AL SENATO

DDL LAVORO, VIA LIBERA AL SENATO

Centoquarantasette voti favore, 104 contrari e due astenuti. E’ questo il conto finale del ddl lavoro in Senato, approvato nei giorni scorsi, e che ora torna alla Camera. Si sono confermate così le intenzioni della maggioranza che aveva annunciato la volontà di concludere la sesta lettura proprio entro questa settimana. Sono diverse le modifiche apportate al testo uscito dalla Camera. Rispetto alla questione arbitrato, uno dei nodi su cui si era concentrato il rinvio presidenziale, questa nuova lettura parlamentare ha portato a cassare, con voto  a maggioranza, il testo approvato, che conteneva l’emendamento del Partito Democratico sul tempo delle controversie. Rimodulata anche la normativa sull’impugnazione dei licenziamenti.
Per il segretario confederale della Cisl,  Giorgio Santini, ”con l’approvazione al Senato del collegato lavoro che contiene le misure su arbitrato e conciliazione, strumenti di cui la Cisl da sempre sostiene l’importanza, sono state in gran parte recepite le osservazioni del Capo dello Stato e l’avviso comune firmato dalle parti sociali, lo scorso 11 marzo, che ha escluso la materia del licenziamento dall’applicazione delle nuove norme”. “Con la prossima approvazione alla Camera la parola passerà – osserva – di nuovo alle parti sociali che dovranno in tempi brevi promuovere l’accordo interconfederale fra le associazioni sindacali e imprenditoriali per definire al meglio le materie su cui potrà intervenire l’arbitrato e con quali modalità applicative”. “Entrando nel merito del provvedimento – sottolinea – riteniamo che non sia un testo perfetto e che, con un clima politico diverso, avrebbe potuto e dovuto essere ulteriormente migliorato. Registriamo con soddisfazione, in attesa dell’ultimo passaggio parlamentare alla Camera dei Deputati, che sia stato chiarito ogni residuo dubbio sull’inammissibilità dei licenziamenti orali e resi più lunghi – come rivendicato dalla Cisl – i termini di impugnabilità dei licenziamenti”.
“Abbiamo comunque ottenuto – grazie al progressivo miglioramento del testo nei numerosi passaggi parlamentari – che l’arbitrato – conclude – possa divenire sempre più un’opportunità liberamente scelta dal lavoratore, pienamente collegata alla contrattazione collettiva. L’obiettivo di fondo è di fornire la possibilità ai lavoratori di risolvere le controversie di lavoro in maniera più rapida, effettiva ed economica. Per raggiungere pienamente questo obiettivo occorre tornare al merito delle questioni, senza lasciare ulteriore spazio alla demagogia”. Sempre in tema di occupazione l’Istat ha segnalato, ieri nel suo ultimo Rapporto, una oggettiva difficoltà delle grandi imprese. Rispetto a questo problema, Santini ha sottolineato che: ”Il dato Istat sulla diminuzione del 1,6% dell’occupazione nelle grandi imprese rappresenta l’ennesimo segnale negativo rispetto al quale servono risposte più efficaci. La motivazione di questo forte calo sta nell’aggravarsi delle molte crisi aziendali e settoriali che, purtroppo, in un numero crescente di casi sfociano nella messa in mobilità e nella perdita dei posti di lavoro. Diventa pertanto urgente l’attivazione di una task force congiunta tra il ministero Sviluppo Economico e il ministero del Lavoro, per orientare le centinaia di crisi industriali verso soluzioni di reindustrializzazione oltre gli ammortizzatori sociali”.

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