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SCIOPERO GENERALE COSTRUZIONI, 20 MILA IN PIAZZA PER CHIEDERE LO SBLOCCO DEI CANTIERI E IL RILANCIO DEL SETTORE

SCIOPERO GENERALE COSTRUZIONI, 20 MILA IN PIAZZA PER CHIEDERE LO SBLOCCO DEI CANTIERI E IL RILANCIO DEL SETTORE

20 mila persone hanno partecipato venerdì 15 marzo allo sciopero generale delle costruzioni, indetto da FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil. I manifestanti hanno chiesto lo sblocco dei cantieri e il rilancio del settore, alle prese con una crisi che ha dimezzato addetti e imprese. 
RASSEGNA STAMPA







“Quella di oggi è una grande piazza, una grande manifestazione di uomini e donne di un settore importante per la crescita del Paese” – ha dichiarato Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl. “Quello delle costruzioni, è il settore che più ha sofferto della crisi, migliaia le aziende chiuse e fallite” ha ricordato la leader della Cisl. “Le infrastrutture sono un volano per la crescita.  Occorre dunque una svolta per sbloccare i cantieri e rilanciare l’occupazione in questo settore fondamentale per il Paese”.  E sull’incontro di oggi a Palazzo Chigi “il Governo ora ci ascolti  – ha detto – e mi auguro che cambi rotta”. “E’ fondamentale far ripartire l’edilizia”, ha detto la Furlan dopo l’incontro con il governo sul decreto sblocca cantieri. “Piazza del Popolo oggi era strapiena di tanti lavoratori dell’edilizia che hanno detto con chiarezza che il primo tema è il lavoro in questo settore così importante, dove abbiamo perso oltre 600.000 posti e migliaia di imprese sono fallite. Il tema di far riparte il settore dell’edilizia è fondamentale: per ogni euro che si investe in costruzioni se ne mobilitano 3, ed è quindi un modo per far crescere il Pil e l’occupazione: la priorità è sicuramente riaprire i cantieri in sicurezza e legalità”. “Abbiamo detto a Conte – precisa la segretaria generale della Cisl – che per noi è fondamentale che eventuali correzioni al codice degli appalti non devono minimamente allargare il subappalto e diminuire la sicurezza: sicurezza e legalità vanno di pari passo. Abbiamo bisogno di sbloccare da subito le grandi e le medie opere; 600 quelle bloccate e ancora mai partite ma già con le risorse stanziate e che bisogna spendere, fare le opere che collegano l’Italia con il resto d’Europa. Dobbiamo evitare che in questo paese si continuino a rinviare interventi importanti sull’assetto idrogeologico e sulla sicurezza del suolo. “La settimana prossima partirà il tavolo tecnico – ha concluso la sindacalista – per vedere nel dettaglio come il decreto andrà fatto”.
Presenti alla manifestazione oltre alla leader della Cisl, Maurizio Landini, e Carmelo Barbagallo. All’incontro di oggi a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte hanno partecipato anche il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.
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Treni speciali, traghetti, aerei, 200 pullman porteranno domani, venerdì 15 marzo, migliaia di lavoratrici e lavoratori delle costruzioni in Piazza del Popolo a Roma, in occasione dello sciopero generale di tutti i comparti del settore (edilizia, cemento, lapidei, legno arredo, laterizi), mobilitati da oltre un mese con assemblee, presidi, manifestazioni in tutti i territori. Sciopero che ha già prodotto un risultato, la convocazione dei sindacati da parte del Governo proprio domani, alle ore 13:30, con all’ordine del giorno lo sblocca cantieri. “Bene nel metodo un tavolo parti sociali-Governo su come sbloccare i cantieri”, spiegano i segretari generali di Feneal Filca Fillea, “questo è un primo risultato delle mobilitazioni confederali e di categoria. Sul merito, come sindacato delle costruzioni, andremo al confronto con la piattaforma alla base dello sciopero generale unitario di domani, sciopero che a questo punto diventa ancora più importante per sostenere le proposte del mondo del lavoro, le quali più che rivendicare nuove regole, chiedono politiche industriali, investimenti, azioni di sistema finanziarie e sulla qualità dell’occupaione, per difendere il lavoro che c’è e crearne di nuovo, stabile, ben pagato e sicuro”. Tanti i messaggio di solidarietà pervenuti ai sindacati delle costruzioni di Cgil Cisl Uil, tra cui quelli delle federazioni mondiale ed europea (Bwi e Fetbb) e di numerosi paesi: Romania, Serbia, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca, Svezia, Argentina, Sud Corea, Russia, Ucraina, Australia, Myanmar. E tante le presenze in piazza, a partire dai segretari generali confederali e tanti segretari e rappresentanti delle altre categorie Cgil Cisl Uil. La manifestazione avrà inizio alle 9:30, con le band dei Goasis, i Tammuri Girgenti, Nando Misuraca.
Intorno alle 10:30 la parola passerà ad alcuni lavoratori provenienti da aziende dei cinque comparti in sciopero – edilizia, cemento, laterizi, lapidei, legno arredo – e a seguire, intorno alle ore 11:30 interverranno i segretari generali di Feneal, Filca, Fillea, Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi.
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“Per rilanciare il Paese occorre una politica industriale in grado di rilanciare l’intera filiera delle costruzioni: dall’edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Abbiamo chiesto un tavolo a Palazzo Chigi dove affrontare la più grave crisi dei nostri settori dal dopoguerra ad oggi, per dare una risposta alle oltre 600 mila persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo. Per questo Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil proclamano lo sciopero generale di 8 ore, intero turno, per il prossimo 15 marzo in tutti i settori dell’intera filiera delle costruzioni. Il prossimo 15 marzo si fermeranno i cantieri, le fabbriche del legno e dell’arredo, le cave e le fornaci, le cementerie per l’intera giornata con migliaia di lavoratori e disoccupati che manifesteranno in piazza del Popolo a Roma a sostegno delle proposte concrete e fattibili che come Sindacato abbiamo avanzato e su cui il Governo non vuol confrontarsi”. Così dichiarano in una nota Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, Segretari Generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil.

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“Occorre una cabina di regia presso Palazzo Chigi per riaprire i cantieri con politiche mirate che intervengano tanto con strumenti finanziari mirati per le imprese del settore (un Fonda nazionale di Garanzia) che per sbloccare le grandi opere da Nord a Sud. Serve una politica di investimenti mirati in grado di essere immediatamente tradotti in piani straordinari per la messa in sicurezza di territori, strade, ponti. Dobbiamo qualificare le stazioni appaltanti sempre meno in grado di progettare e di rendere esecutivi i bandi fatti. Occorre un piano per la qualità delle materie prime al servizio di ristrutturazioni, rigenerazione e anti sismico, di nuove politiche abitative. Occorre una sistematizzazione degli incentivi, da quelli per le ristrutturazioni a quelli per il risparmio energetico e per il bonus mobile. Serve una politica di tutela e riconversione dell’occupazione nei settori dei materiali, serve qualificare l’impresa e contrastare il dumping contrattuale con un sistema che premi qualità e sicurezza. Occorre accelerare sugli appalti verdi al fine di premiare chi fa ricerca ed innovazione nei nostri settori. Serve una sburocratizzazione mirata di diversi passaggi del Codice Appalti senza ridurre tutele e diritti e senza tornale alla liberalizzazione dei sub appalti o al massimo ribasso. Servono, cioè, politiche di sviluppo, come richiesto dalla stessa piattaforma di CGIL, CISL e UIL”. “Per queste ragioni – concludono Panzarella, Turri e Genovesi – le lavoratrici e lavoratori dei nostri settori saranno in piazza il prossimo 9 febbraio a Roma e saranno in piazza anche il prossimo 15 marzo sempre nella Capitale. Per chiedere lavoro e sviluppo, consapevoli che se non riparte il settore delle costruzioni non ripartirà il Paese”.


 

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