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CISL, FILCA E FIT: BENE IL MINISTRO GIOVANNINI SUI GRUPPI DI LAVORO PER IL PNRR

CISL, FILCA E FIT: BENE IL MINISTRO GIOVANNINI SUI GRUPPI DI LAVORO PER IL PNRR

“Apprezziamo la modalità messa a punto dal Ministro Giovannini che inizia ad entrare nel merito di come organizzare i gruppi di lavoro per la gestione del PNRR”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello, il Segretario Generale della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia, il Segretario Nazionale della Filca Cisl, Enzo Pelle, al termine dell’incontro da remoto con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Giovannini, sul PNRR. “Nel nostro intervento- sottolineano- abbiamo fatto notare che resta il nervo scoperto del Codice degli Appalti che non può essere oggetto delle ennesime modifiche affrontate in un progetto di Legge delega. Senza mezzi termini lo consideriamo un errore e abbiamo proposto al Ministro di aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, le associazioni datoriali e il Ministero che affronti i nodi nevralgici che non permettono o incagliano il regolare svolgimento nelle gare d’appalto, mettendo al centro il sistema qualificato delle imprese che nobiliti tutta la filiera del sistema degli appalti, servizi e forniture. È necessario inoltre semplificare il sistema autorizzativo per le opere pubbliche, non solo per quelle di interesse nazionale, ma anche per le opere locali, ad esempio passando dal silenzio-rigetto al silenzio-assenso. Riteniamo prioritari la qualificazione delle stazioni appaltanti, il reclutamento di personale professionalizzato e la formazione del personale già impiegato, per adeguare le competenze alle novità normative.
Un’altra priorità per la qualità del lavoro è la digitalizzazione dei cantieri per il monitoraggio dei flussi della manodopera. Infine, ma non da ultimo, gli investimenti devono essere diretti alla qualificazione del sistema, ad esempio premiando uno strumento efficace come quello delle reti d’impresa. Nei trasporti, dove non è presente un progetto organico per il settore navale e aeronautico, dal nostro punto di osservazione, la legislazione passata e attuale ha consentito che nel nostro Paese non ci fosse nessun ostacolo alla concorrenza.
La mancanza di condizioni di reciprocità ha creato un notevole nocumento alle nostre imprese. Possiamo fare l’esempio delle ferrovie, dove dal 2000 sono sorte nuove imprese ferroviarie (oggi in Italia esistono 39 imprese titolari di licenza), ma le nostre imprese non riescono ancora a entrare nel mercato dell’alta velocità francese. Forse dal prossimo anno ci riusciremo. Si pensi che Nuovo trasporto viaggiatori (Italo) che nel capitale aveva il 20% delle ferrovie francesi, ha cominciato a fare concorrenza a Trenitalia già dal 2012. Nel trasporto ferroviario merci è successa la stessa cosa. Nel trasporto pubblico locale, oltre al tema della mancanza di reciprocità, in assenza di previsioni che favoriscano aggregazioni fra imprese, siamo già a livelli critici. Non abbiamo posizioni pregiudiziali “a prescindere” ma la concorrenza si deve sviluppare sulla qualità dell’offerta e sulla capacità di organizzare le aziende. Devono sempre essere garantite sia la clausola sociale, sia la clausola contrattuale. I fenomeni di dumping contrattuale vanno impediti perché la concorrenza non può essere giocata sulla pelle delle persone. Soprattutto in settori in cui c’è un tema delicatissimo che si chiama SICUREZZA”. “Applicare i contratti collettivi nazionali di settore significa applicare norme di impiego costruite per garantire la cosiddetta safety- concludono.

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