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STOP AL RADDOPPIO DELLA LINEA FERROVIARIA FOGGIA-CASERTA

STOP AL RADDOPPIO DELLA LINEA FERROVIARIA FOGGIA-CASERTA

C’è un’opera che dà occupazione a 237 persone e i cui lavori sono bloccati nonostante ci sia la disponibilità di 60 milioni di euro per il suo completamento. Sembra una storia incredibile ma è quello che sta accadendo a Foggia. I lavori sono quelli per il raddoppio della linea ferroviaria per l’Alta capacità Foggia-Caserta (la tratta interessata è la linea tra Cervaro e Bovino). Tutto nasce dalla decisione di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) di rescindere il contratto con la società Rabbiosi, revocandole l’appalto di questa opera, importantissima per il sistema trasporti non solo di Puglia e Campania ma dell’intero meridione d’Italia. La prima conseguenza è stato lo stop ai lavori, provvedimento che si traduce in un futuro incerto per i 237 lavoratori interessati ma anche per le imprese fornitrici della Rabbiosi.
La beffa è che restano inutilizzati ben 60 milioni di euro sui 150 complessivamente stanziati per la commessa, e restano da ultimare solo 4 chilometri sui 23 totali. Una situazione davvero paradossale, che indispettisce i sindacati di Capitanata: “Nonostante le annunciate defezioni dei rappresentanti di Rfi e l’assenza della dottoressa Saitta, commissaria straordinaria della Rabbiosi – ha dichiarato Urbano Falcone, segretario generale della Filca-Cisl di Foggia – ci siamo presentati ugualmente al vertice programmato in Prefettura, perché ci troviamo di fronte ad una vera emergenza sociale. La nostra richiesta è quella di un coinvolgimento attivo delle istituzioni locali, a partire dagli assessori regionali ai Trasporti ed al Lavoro fino ai rappresentanti del Ministero dei Trasporti, per capire insieme quali sono i tempi di attesa per la pubblicazione di un nuovo bando di gara e per l’applicazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori coinvolti. La situazione, giustificata da Rfi per la sopravvenienza di ‘variabili al piano industriale’, è davvero delicata – prosegue Falcone – perché se per i 37 dipendenti diretti della Rabbiosi è possibile attivare il procedimento di Cassa integrazione, per tutti gli altri, quelli del subappalto, c’è il rischio di restare a spasso senza alcun ammortizzatore sociale, senza un euro e senza un futuro”.
Falcone, con i suoi colleghi di Feneal e Fillea, si dice allibito per il comportamento di Rfi: “Non solo i sindacati ma la stessa Prefettura è venuta a conoscenza in modo ufficioso della revoca dell’appalto. Le uniche notizie a nostra disposizione sono quelle che apprendiamo dalla stampa. Un pessimo modo di gestire le relazioni sindacali che non fa onore ad un Gruppo prestigioso come Rfi”. E intanto cresce la tensione tra i lavoratori, che avrebbero voluto occupare i binari e bloccare la circolazione dei treni: solo l’intervento dei sindacalisti li ha fatti desistere dalla protesta, ma la rabbia è davvero tanta.          

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